giovedì 30 marzo 2017

LUOGHI DA SOGNO & AMBIENTI ROMANZESCHI: UN GIORNO QUALUNQUE DI ALESSANDRO DAINOTTI

LUOGHI DA SOGNO & AMBIENTI ROMANZESCHI: UN GIORNO QUALUNQUE DI ALESSANDRO DAINOTTI


Ciao a tutti,
oggi ritorna la rubrica Luoghi da sogno & ambienti romanzeschi in collaborazione con Dark Zone.
Questa volta la giornata autore è dedicata a un romanzo che vi ho già presentato.
Chiunque se lo fosse perso ecco a voi il link: Presentazione Un giorno qualunque
Ma partiamo subito con l'intervista.




DOMANDE PER DARK ZONE
1.   Dove è ambientato il tuo romanzo? Perché lo hai scelto?
"Un giorno qualunque" è ambientato tra Roma e Londra. Due grandi città completamente diversa l'una dall'altra. Roma è la città in cui viene narrato il passate di Adriano, il protagonista, mentre Londra è la città in cui vive il suo presente. Due ambientazioni diverse per mettere a confronto, ed evidenziare, personaggi, emozioni, sogni e sentimenti del tutto opposti tra loro.

2.   Da cosa è ispirata l’ambientazione?
Ho tratto spunto dalla vita reale. Roma e Londra sono due città che conosco benissimo. Nella prima ho proseguito i miei studi universitari e ho conosciuto persone che mi porterò per sempre nel cuore, nella seconda ho trovato un lavoro e ho detto addio alla mia vita da ragazzo, per iniziare a vivere quella da uomo.

3.   Hai mai pensato di scriverlo in un altro tempo o luogo arrivando a cambiare genere al tuo romanzo? (es. ambientazione fantastica, fantascientifica, immaginaria, in un mondo distopico, in quello attuale, ecc)
No, mai. Sin dal primo momento in cui ho avuto l'idea per il romanzo ho capito che i tempi e i luoghi dovevano essere quelli. Durante la scrittura mi sono ritrovato a ripensare e a cambiare alcune soluzioni narrative (per esempio alcune scene sono state riscritte completamente), ma i primi due fattori sono rimasti immutati.

4.   Riesci ad immaginare la tua storia nel passato?
Potrei, ma sarebbe difficile. Adriano e gli altri personaggi sono il risultato della generazione in cui vivono, la nostra. Le azioni che compiono, le paure che hanno, i pensieri che elaborano si adatterebbero male fuori dal contesto in cui la loro storia si sviluppa.

5.   Riesci ad immaginare la tua storia nel futuro?
No, assolutamente, un po' per gli stessi motivi per cui non potrei immaginarla al passato. Inoltre vedo il futuro come un tempo in cui gli esseri umani non avranno interazioni sociali tra di loro.

6.   Tre posti in cui vorresti ambientare i tuoi prossimi libri?
Istanbul, in fondo al mare e la Sicilia. Questi tre posti costituiscono le ambientazioni per alcune idee che ho in testa, ma che devono essere approfondite. Sono tutte diverse, così come lo sarà il genere. La prima sarà per una storia d'amore, la seconda per un romanzo fantasy, e la terza per un romanzo generazionale. Di più non posso dirti.

3 ESTRATTI A TEMA AMBIENTAZIONI
Odio Luton, è un posto che mi mette tristezza e mi infonde una sensazione di malinconia che mi attanaglia. L’unica ragione per cui ci vado è che Aaron vive lì. Se vuoi vedere i suoi abitanti passeggiare per le vie del centro hai tempo fino alle 5:00 del pomeriggio, dopodiché i negozi chiudono e la città sembra disabitata. Aaron tenta di farmela piacere in tutti i modi. Mi fa vedere i luoghi della sua infanzia, passeggiamo per i parchi dove si allenava ai tempi della scuola, ceniamo nei ristoranti che preferisce, beviamo litri di birra nei locali che frequentano i suoi amici, ma più ci allontaniamo dal suo appartamento e più sento un bisogno impellente di ritornarci. È a Luton che, più di Londra, ho capito cosa vuol dire essere un immigrato. È stato stimato che gli abitanti di Londra provengono da più di trecento nazioni diverse, il che per me vuol dire essere un immigrato in mezzo ad altri milioni di immigrati. Una solitudine collettiva e condivisa, insomma. A Luton invece mi sento l’unico straniero presente sulla faccia della Terra, poco stimolante per uno che cerca il suo posto nel mondo.



Arrivai a Roma un lunedì mattina di metà settembre. Un amico di papà si offrì di venirmi a prendere in stazione per aiutarmi con le valigie. Lui e mio padre avevano lavorato insieme da giovani, poi lui aveva ricevuto un’offerta da un cantiere di Roma e si era trasferito con la moglie. Abitavano in un bilocale in zona Torpignattara ed erano più che contenti di potermi dare una mano. Stetti da loro per quattro giorni, poi trovai una stanza in un appartamento in zona Pigneto. Era stretta e con il soffitto alto, c’era un bellissimo pavimento di marmo viola e una finestra che dava sulla tangenziale. Era arredata con un letto, un armadio e una scrivania grande appena per un paio di libri. Perfetta. Risolto il problema della casa, mi presi del tempo per fare il turista. Giravo per le strade cercando di memorizzarne i nomi, mi facevo incantare dai vicoli e dai cortili nascosti, dalle fontane e dalle chiese, dagli scorci e dai panorami. Mi chiedevo in quali posti avrei creato i miei futuri ricordi, quali emozioni avrei provato e come avrei vissuto quella nuova vita.


Tiro un’ultima boccata dalla sigaretta e mi incammino verso Hungerford Bridge. Sotto di me scorre il Tamigi con le sue acque contaminate e marroni come il fango. I battelli accostano ai moli, fanno scendere i passeggeri, caricano gli altri e riprendono a navigare. Una chiatta carica di immondizia avanza lenta verso Est, mentre un motoscafo gli sfreccia accanto come se fosse in mare aperto. Vedo la cupola di St. Paul, i grattacieli della City e quelli di Canary Warf. Lo Shard svetta solitario con le sue punte di vetro. Le gru si muovono avanti e indietro e su e giù, trasportando cemento e acciaio sulla terra vuota di questa città in perenne mutamento. A Londra tutto nasce e muore con una rapidità fuori dal comune. Essere veloci, scattanti, sempre pronti a cogliere l’occasione, trovarsi nel posto giusto al momento giusto è indispensabile per seguirne il ritmo di vita. Se ti fermi o rallenti... 

Se eravati insicuri se acquistare o meno questo romanzo, spero che questo nuovo post vi abbia convinto. Ricordo sempre di sostenere gli autori emergenti italiani e di iscrivervi al nostro blog per rimanere sempre aggiornati.
Ma ora vi salutiamo,
ciao ciao.
*DANA&ENRICO* 

Nessun commento:

Posta un commento