lunedì 30 aprile 2018

Luoghi da sogno & Ambienti romanzeschi, il Ritorno dei Tre

Luoghi da sogno & Ambienti romanzeschi
Il Ritorno dei Tre

Ciao a tutti! Bentornati su Codex Ludus, anche oggi collaboriamo con Dark Zone proseguendo con la nostra rubrica Luoghi da sogno & Ambienti romanzeschi. Chi intervisteremo oggi? Daniel di Benedetto, che ci parlerà del suo romanzo "Il senso della colpa", Pietro Tulipano che ci racconterà de "Il Cavaliere Nero" e infine Melissa Pratelli con il suo: "È tutto Qui".
Quindi un'intervista tripla? Si, tre autori per tre romanzi, a grande richiesta torna questo format... e come sempre potremo leggere degli estratti dei romanzi.
Iniziamo!


Dove è ambientato il tuo romanzo? Perché lo hai scelto?

D.d.B.: Torino città. Per la prima volta utilizzo nomi di vie e luoghi reali (quasi tutti) per dare una connotazione temporale precisa. L’ho scelto perché credo di saper parlare solo di quello che conosco…

P.T.: Il romanzo, essendo un fantasy, è ambientato in un mondo immaginario. Ho scelto questa soluzione prevalentemente per due ragioni, la prima è per mio gusto personale. La seconda è per le possibilità che offre un’ambientazione inventata: permette di creare nuovi luoghi e paesaggi particolari che possono talvolta avere anche una loro valenza simbolica, riflettendo emozioni, stati d’animo, messaggi.
Da lettore mi piace anche scoprire nuove realtà create dagli autori e spero che questo possa valere anche per chi leggerà il mio libro.


M.P.: Il romanzo è ambientato in California, nello specifico a San Diego.


Da cosa è ispirata l’ambientazione? 

D.d.B.: Dal mondo della notte, torbido e pieno di sfumature. Quel mondo in cui tutto è valido e nulla si racconta

P.T.: In questo particolare caso non c’è una vera e propria fonte di ispirazione che possa identificare. Per il mio primo libro mi sono ispirato molto alla Storia (specie a quella recente) per ricreare alcune situazioni.
In questo romanzo, l’ambientazione è costruita in modo più “indipendente” e serve esclusivamente ad ospitare la storia che racconto. Solo in alcuni passaggi, come dicevo prima, ho conferito a certi luoghi caratteristiche simboliche che potessero rappresentare alcuni temi, sensazioni, messaggi.


M.P.: Ormai si sa, a me piace ambientare le mie storie all’estero, un po’ per il diverso stile di vita, un po’ perché sono cresciuta a pane e telefilm americani. Principalmente, però, le città che scelgo per le mie storie sono legate a delle particolari caratteristiche di cui ho bisogno per la trama, in questo caso specifico, ha a che fare con il lavoro che svolge il protagonista maschile…


Hai mai pensato di scriverlo in un altro tempo o luogo arrivando a cambiare genere al tuo romanzo? (es. ambientazione fantastica, fantascientifica, immaginaria, in un mondo distopico, in quello attuale, ecc)

D.d.B.: Non credo sarebbe stato credibile alla stessa maniera scriverlo cambiando i tempi storici, alcuni particolari stonerebbero troppo.

P.T.: No, non ho mai considerato l’idea.
Certo, la storia si potrebbe adattare traslandola in altre realtà ma probabilmente perderebbe molta della sua carica evocativa. Come ho detto prima, il fantasy eccelle nel dare la possibilità di creare luoghi o personaggi che si facciano portatori di alcuni messaggi, diventando dei veri e propri simboli. Mi sarebbe risultato difficile renderli allo stesso modo in un’ambientazione diversa.


M.P.: No, direi di no in questo particolare caso. Forse, con qualche modifica, avrei potuto ambientarlo altrove, o in Italia o in qualche altro stato, ma senza cambiare genere.


Riesci ad immaginare la tua storia nel passato?

D.d.B.: Se per passato parliamo di una decina di anni fa, forse sì. Non di più

P.T.: In un certo senso mi riesce molto facile, dato che l’ambientazione che le ho dato, seppur fantastica, è comunque vicina al nostro passato.


M.P.: Ci sono alcune cose della trama che avrebbero di sicuro un altro risvolto se la storia fosse ambientata nel passato e non sono sicura che sarebbe un risvolto positivo!


Riesci ad immaginare la tua storia nel futuro?

D.d.B.: In un futuro molto prossimo. Domani, dopodomani al massimo.

P.T.: Il futuro ha il pregio di essere imprevedibile e inconfutabile. Lo si può quindi inventare e modificare per poi ambientarci la propria storia. In questi termini, sì, potrei immaginare questa storia in un fantascientifico futuro immaginario. Così come ho fatto con un “passato immaginario” optando per il fantasy classico.


M.P.: Sì, perché no.


Tre posti in cui vorresti ambientare i tuoi prossimi libri?

D.d.B.: In un campo da calcio.
In una casa abbandonata/manicomio.
Su un aereo/treno diretto non si sa dove.

P.T.: Sicuramente riprenderò in mano i lavori collegati al mio primo romanzo: “I quattro regni”. Tornerò quindi a immergermi in quella realtà immaginaria che ho creato.
Mi piacerebbe anche moltissimo, e prima o poi lo farò sicuramente, scrivere un romanzo storico da ambientare in Italia nella prima metà del novecento.
In ultimo, sarebbe bello scrivere un thriller ambientato ai giorni nostri, che si sviluppi nella realtà che tutti noi conosciamo.

M.P.: Los Angeles, le Canarie e forse qualcosa in Italia, ma non so ancora in quale città.

E ora pensiamo alla lettura, partiamo con il romanzo di Daniel Di Benedetto: Il senso della colpa. 


I passi svelti riecheggiano nella notte della città. Torino conserva quest’aura magica e allo stesso tempo minacciosa a qualunque ora la si attraversi. Da un lato, le luci della collina e dei suoi abitanti d’élite, che sanno guardarti altezzosi e riescono a giudicarti anche sulla base di come respiri. Là, dove molto accade, ma sembra niente succeda, svetta la Basilica di Superga e la sua storia di disgrazie aeree e di pellegrinaggi di coppiette in cerca di attimi di tranquillità. Dall’altro lato, la maestosità immobile e silenziosa del lungo Po è intervallata soltanto da qualche imbarcazione per turisti che smuove l’acqua e porta a galla il sommerso. Quello che troppo spesso non si deve vedere. Solitudine e degrado sotto il pelo dell’acqua si nascondono meglio. O perlomeno, così siamo stati abituati a credere. Torino è anche questo. Un popolo di persone che a malapena si saluta se si incontra per strada, una città fatta di apparente calma, gente che ti sorride e ti è amica almeno fino a quando non hai voltato l’angolo. Poi, quella stessa gente può dimostrarsi il tuo maggior problema, il tuo peggior nemico.


Guardate la copertina qui sotto, emblematica no? Soprattutto tenendo in considerazione il titolo: Il Cavaliere Nero, abbiamo l'occasione di vedere un breve estratto del romanzo di Pietro Tulipano
Un freddo vento autunnale soffiava promettendo un inverno ancora più gelido e impietoso. Le stelle brillavano tremanti, come minuscoli varchi nel cielo che indicassero la via per il paradiso.
Eppure, né i suoni né la vista che la natura gli donava raggiungevano più il suo cuore, fossilizzatosi e induritosi sotto la stretta di un’idea maniacale e alienante. Quando un’ossessione scava nell’animo, non si riesce più a godere della bellezza, e anche quando la si sa riconoscere, appare vuota.

Per finire ecco a voi "È tutto Qui" di Melissa Pratelli
Dopo quattro ore e quaranta minuti di viaggio – e, immaginavo, un centinaio di multe per eccesso di velocità – arrivammo a destinazione. 
Uscimmo dalla San Diego Freeway e imboccammo la Seaworld Drive, costeggiando la Mission Bay fino ad attraversare il canale, entrando finalmente a Ocean Beach, una delle zone costiere di San Diego. La città si spalancava davanti ai miei occhi, rendendomi euforica e terrorizzata al tempo stesso. Scrutavo il mare in lontananza e non vedevo l’ora di tuffarmi in acqua. Le strade erano stracolme di persone: in costume, in tenuta da lavoro, in abbigliamento casual e creavano una cornice variopinta che mi lasciò senza fiato. 
«Che te ne sembra?» domandò Ceci osservandomi con attenzione.
«È… wow!» Mi incantai a fissare le palme che costeggiavano la strada da entrambi i lati.
Mia sorella sorrise compiaciuta e abbandonò la zona costiera per voltare sulla Sunset Cliff Boulevard.
«Molto diverso da Arvin, non ti pare?»
Annuii. «Era proprio ciò che volevo.»
Allora cosa ne pensate dei nostri autori? Avete pensato quale acquistare?
Mmm... do per scontato che ne acquistiate uno, interessante, no?
Dz Edizioni ci sta abituando bene.
Anche per questa volta è tutto, ciao e alla prossima!

*ENRICO*

P.S.
Vi siete persi i due Luoghi da sogno & Ambienti romanzeschi tripli di Aprile? 
Ecco la Prima e la Seconda intervista con dei comodi link per voi!

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