martedì 6 febbraio 2018

Luoghi da sogno & Ambienti romanzeschi, Daanan, il Destino degli Uomini

Luoghi da sogno & Ambienti romanzeschi
Daanan
Il Destino degli Uomini
Ciao a tutti e bentornati su Codex Ludus! 
Oggi parleremo del romanzo Daanan, Il Destino degli Uomini già anticipato in un nostro post... ma prima... sigla!
Ah no, ma noi non abbiamo una sigla... e questo è un blog quindi non ne può avere. Mmm, be, fate finta di nulla, procediamo. Oggi intervisteremo Jordan River, collaborando con Dark Zone il tutto nella nostra rubrica Luoghi da sogno & Ambienti romanzeschi.
Dopo l'intervista invece potremo leggere degli estratti del romanzo, come di consueto.

Dove è ambientato il tuo romanzo? Perché lo hai scelto?
Il mio romanzo è ambientato nel continente di Daanan. Una ambientazione originale.


Da cosa è ispirata l’ambientazione? 
L'ambientazione è ispirata da un retroterra culturale letterario di fantasy e un grosso lavoro di world-building e sui personaggi.


Hai mai pensato di scriverlo in un altro tempo o luogo arrivando a cambiare genere al tuo romanzo? 
Ne avrei in mente una visione distopica, anzi… più una sorta di Dark Age.


Riesci ad immaginare la tua storia nel passato?
In realtà Daanan ha un passato, che potrebbe diventare un prequel.


Riesci ad immaginare la tua storia nel futuro?
In realtà Daanan ha un futuro, ovvero tutti gli sviluppi possibili delle linee narrative sinora raccontate.

Tre posti in cui vorresti ambientare i tuoi prossimi libri?
Il soprannaturale lo ambienterò in giro per il mondo. Per Daanan… beh, c'è Daanan! ahahah!


Prima degli estratti potete ammirare qui sotto la copertina del libro

E ora è tempo di lettura!

Estratto 1

La colonna di uomini, bestie e carriaggi si mise in fila con
una certa scompostezza, non senza qualche difficoltà, creando
disagi e scompiglio, alterchi e violenti diverbi che sfociavano in
risse e tafferugli. Ai margini esterni stava un giovanotto, che si
fece avanti quando una guardia gli fece un cenno. Si ritrovò a
un tavolo di legno, dietro il quale era seduto un ufficiale della
Legione addetto al controllo del traffico cittadino.
« Nome e motivo del tuo arrivo a Prime. »
« Ryan Rhadamantys e vengo a Prime in cerca di un lavoro. »
Il legionario prese nota e alzò lo sguardo.
« Qualcosa da dichiarare ? Oggetti particolari, armi, merci ? »
Il giovane alzò le mani e le poggiò a due daghe che portava
con sé e che estrasse con naturalezza. La Legione reagì come
un sol uomo: il picchetto di guardia che stazionava nei pressi
spianò le lance verso di lui, mentre l’ufficiale faceva un salto
indietro sguainando la sua spada. Ryan scosse la testa, mentre
con un gioco di mani troppo veloce perché i legionari potessero
vederlo, fece in modo di volgere le lame verso di sé e appoggiarle
al tavolo, con le else rivolte verso l’ufficiale e aggiunse:
« Perdonate, ma non era mia intenzione spaventarvi. Volevo
solo esporre ciò che ho da dichiarare ».
I legionari lo tennero sotto controllo, mentre l’ufficiale riprendeva
il suo posto allo sgabello e lo guardava storto. Ryan
frugò nel corpetto, nella cintura e nello zaino, svuotando una
serie impressionante di armi sul tavolo. Una dozzina di coltelli
da lancio, una balestra smontata, vari tipi di cordame, abiti e
un cartoccio con i resti del suo ultimo pasto. Una volta terminato,
alzò le mani facendo vedere di essere disarmato.

Estratto 2

La sera successiva, uscirono dopo il tramonto, diretti verso
la Sala delle Colonne. Sirio vestiva la lunga toga bianca da
senatore con una striscia di tessuto rosso vivo che, assicurata
sulla spalla, scendeva poi libera verso la cintura arrivando sino
all’altezza delle ginocchia.
Ryan, dopo aver provato numerosi abiti, aveva optato per un
completo in voga nelle città meridionali della Costa: una lunga
tunica dal taglio semplice e comodo, con maniche corte, stretta
in cintura da un laccio di cuoio con tre fibbie. Nonostante
un leggero borbottare di Sirio, aveva tenuto le sue polsiere in
cuoio indurito e i gambali in metallo.
Giunsero alla scalinata che portava all’ala del palazzo imperiale
dov’era situata la Sala delle Colonne e già il numero
di persone era ragguardevole. A un cenno di Sirio, Ryan lo
seguì lungo una scalinata laterale, che li portò a un ballatoio a
ferro di cavallo che seguiva la forma della Sala delle Colonne.
Si trovavano a metà tra il piano terra e la volta soprastante.
Ventiquattro erano le colonne a fusto tortile, a sostenere una
volta alta venti metri. La pietra che le componeva era un granito
rosso con venature nere. Ryan non ne aveva mai viste
di simili. Seguendo Sirio, raggiunsero un punto dal quale si poteva
vedere l’entrata della sala e nel contempo osservare l’andirivieni
delle persone.
Appoggiati alla balaustra, Sirio iniziò a indicare a Ryan eminenti
membri di corte, man mano che questi si presentavano
all’entrata per poi proseguire all’interno della sala. Ovunque
si erano creati gruppetti di invitati che discorrevano animatamente.
Ryan quasi non seguiva il senatore nel suo snocciolare
nomi, titoli e competenze ; dignitari, generali, mercanti, diplomatici,
nobili. Sirio li conosceva tutti e sapeva tutto di loro.
« Eccoli ! » annunciò Sirio, con voce emozionata. « Kallispar
è arrivato ! »
Ryan abbassò lo sguardo e riconobbe la delegazione: stoffe
con il fondo argentato e linee azzurre come zaffiri li identificavano
appartenenti alla nobile famiglia occidentale. Entrarono
nella sala con atteggiamento altero e aria di sfida, trovando una
folla che fece ala. Dopo una breve sosta al tavolo delle bevande,
si insediarono tra due colonne. I loro occhi fieri osservavano
gli astanti, rispondendo con leggeri cenni del capo a chi si
presentasse loro per omaggio e benvenuto.

Estratto 3

« Quella chi è ? » chiese Ryan.
Sirio seguì la direzione dello sguardo e lasciò che un sorriso
gli si aprisse sul volto. « Uno dei membri più singolari della
corte imperiale. Lei è Lilith, Principessa del nord. »
« Principessa del nord ? »
« Sì, figlia di una regina dei territori del nord, ma non conosciuta
per questo. È più famosa, diciamo, per la sua residenza:
ha alloggio alla Cattedrale delle Ombre, sull’Abisso, a Ovest di
Prime. Mai sentito parlare di quel luogo ? »
« Sì, e mai in termini piacevoli. Si dice che la gente sparisca
se prova ad arrivare laggiù. »
Sirio ridacchiò. « Favole da bambini, Ryan, suvvia. Tutti pensano
sia una Strega, ma in realtà è solo una donna con la testa
sulle spalle. Credimi, è una persona valida e l’Imperatore deve
molto a lei e al suo gruppo. »
Ryan la guardò. Di lei spiccava l’incarnato pallido come una
luna cinerea, reso ancora più evidente dall’abito nero che portava
con naturalezza, con maniche e bordi della gonna sbrindellati
e dalla quale spuntavano a ogni passo un paio di piedi
nudi che calcavano il marmo della sala con la naturalezza di
una danzatrice e la sicurezza di una padrona di casa. Salutava
pochissimi tra coloro che avevano la ventura di incrociare il
suo passo.

Estratto 4

Tra la gente apparve Lilith, che
avanzò oltre il margine creato dagli ospiti. Un passo appena e
poi si fermò. Nella mano sinistra stringeva una spada nel suo
fodero. La spada presentava un’esotica guardia in acciaio molto
ridotta. Dalla parte opposta del cerchio, apparve Lord Upyr
che, sciolto il mantello e lasciatolo cadere a terra, fece un passo
all’interno del cerchio e si fermò. Nella mano sinistra fece apparire
un mazzo di tarocchi. Dal palco dov’erano i musici, tre
battitori di cassa iniziarono a scandire il ritmo, lento come il
battito di un cuore calmo e tranquillo.
« La Danza delle Carte e della Spada del Demone che Ride »,
mormorò Sirio, al punto che Ryan fece quasi fatica a comprendere
ciò che aveva detto.
I due iniziarono a camminare verso il centro del cerchio,
i loro passi a ritmo con il battere delle grancasse, un ritmo
profondo e avvolgente. Quando furono di fronte, si volsero e
appoggiarono le rispettive schiene una all’altra. In un istante la
spada passò nella mano destra di Lord Upyr, mentre il mazzo
di tarocchi passò nella mano destra di Lilith. I loro volti si chinarono
verso terra e per un istante l’intera sala parve restare
sospesa. I tre battitori fecero a loro volta una pausa, lasciando
il ritmo appena suonato aleggiare nell’aria, per poi calare in
maniera potente i legni sulla pelle tirata delle casse, dando il via
a un ritmo molto più sostenuto, che aumentava ogni quattro
battute.
Lilith e Upyr a quel cambio di ritmo si staccarono uno dall’altra
e diedero inizio a quello che apparve un duello. Mentre
Upyr sfoderava la lama dal fodero, Lilith iniziò a lanciargli le
carte, con movenze fluide e precise. I tarocchi volarono come
rasoi verso l’uomo, che li colpì uno dopo l’altro.

Estratto 5

Gli zoccoli dei cavalli risuonarono nel primo mattino, ancora
silenzioso. Scesero lungo le vie principali di Prime, dove
solo alcuni bottegai e artigiani mattutini stavano già approntando
le loro merci. Nessuno li salutò, nessuno fece caso a
loro. Quando arrivarono ai cancelli, il picchetto di guardia li
fermò e subito dopo venne fatta aprire una postierla per farli 
uscire. Iniziarono il viaggio discendendo la collina che ospitava
Prime, con il suo dolce declivio che li accompagnò sino
alla pianura sottostante. Passarono il ponte sul fiume Ovestio,
quasi alla confluenza con l’Esterio, dove essi davano origine
al più ampio corso d’acqua della pianura centrale, il Dardanio.
Una volta oltrepassato il ponte, proseguirono ancora a
sud, come se fossero diretti alla città costiera di Shoreside.
Oltrepassarono alcune carovane e solo quando nessuno fu più
visibile Sirio fece fare una brusca svolta a Placida, indicando a
Ryan di puntare a ovest. Una volta fuori dalla strada maestra, il
terreno si fece più impervio. Per volere di Sirio il ritmo imposto
alle cavalcature era tranquillo, ma sostenuto.
« Ora che siamo lontani da tutto e da tutti, posso sapere
qualcosa in più ? Non per farmi gli affari tuoi e dell’imperatore,
ma se sapessi qualche particolare in più saprei anche cosa
aspettarmi. »
« Siamo diretti all’Abisso. »

Allora cosa ne pensate? Avevate preso parte all'evento Facebook e lo conoscevate già?
Intanto vi saluto, ma soprattutto, ricordatevi di supportare Jordan acquistando il suo libro.
Ciao e alla prossima!

*Enrico*

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