martedì 1 marzo 2016

Recensione Vagabond Vol 2 di Takehiko Inoue



Recensione
Vagabond Vol. 2 di Takehiko Inoue

L’avventura di Takezo Shinmen prosegue in questo volume che nel complesso mi ha lasciato insoddisfatto. Il motivo? Semplice, troppe azioni improbabili e scene irrealistiche che, in un manga che vuole essere di genere storico, non centrano assolutamente nulla.
Partiamo da ciò che considero improbabile, ma “possibile” e in un qualche modo accettabile: la forza e abilità di Takezo con la spada.
Takezo può uccidere chiunque, per motivi di trama sarà inseguito da gran parte del villaggio, riesce a uccidere ogni singolo uomo che si mette sul suo cammino, nonostante sia costantemente braccato, nonostante non riesca a procurarsi del cibo e che molto probabilmente non dorma da tempo.
È un “Oni”, un demone, così lo definiscono i paesani terrorizzati da lui, ma per quanto possa essere in un qualche modo possibile, il fatto che lui sia così forte, va a cozzare contro il realismo creato nel primo volume, in cui la sua forza era tutto sommato più limitata, dato che non combatteva contro folle di nemici del tutto inermi.


Ma questo non è il solo problema di questo secondo volume, Kohei Tsujikaze è il vero nemico del realismo, un personaggio dalle abilità decisamente fantasy in un manga che non lo è. Appare due volte, in entrambi casi in maniera estemporanea, quasi dal nulla, potremmo giustificare le sue apparizioni senza senso, dal fatto che non sono state rappresentate all’interno delle tavole i momenti nei quali Kohei s’accingeva a “saltare fuori” e, anche se in maniera forzata , potrei accettare questo espediente. Ma la sua fuga? Si, perché dopo essere apparso in scena fuggirà.


Una fuga degna degli shinobi di Konoha, avete presente Naruto e Naruto Shippuden? In Naruto funziona e accetto questo tipo di movimenti e Naruto infatti non è ambientato nel Giappone feudale o comunque nel mondo reale in cui viviamo e il chakra permette cose che nella realtà non sono possibili, ma in un manga che si basa su un personaggio realmente esistito non deve avere una scena di quel tipo.


Ben fatto invece il monaco Takuan e a suo modo anche Otsu, l’ormai ex-fidanzata di Matahachi Honiden, che riescono a salvare questo volume convincendomi a proseguire nella lettura acquistando un ipotetico terzo.

Voi lo avete letto? Cosa ne pensate?

Ciao e alla prossima!
*ENRICO*

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