Recensione
Gideon la Nona
di Tamsyn Muir
Ciao a tutti e bentornati su Codex Ludus, oggi parliamo di Gideon la Nona dell'autrice australiana, naturalizzata neozelandese, Tamsyn Muir.
Ringrazio Oscar Mondadori per avermi permesso di leggere in anticipo questo libro... iniziamo!
Gideon è un romanzo di un miscuglio di generi atipico. Nonostante di questa mistura esistano delle opere molto famose, non è diffuso come dovrebbe in realtà essere.
I generi in questione sono il fantasy e lo sci-fi e non basta chiamarlo fantascienza, per incasellare Gideon e ridurlo ai minimi termini in una categoria specifica.
Per quale motivo? Generalmente nello sci-fi ci sono elementi di fantasia, anche perché se non ci fossero staremmo leggendo o guardando qualcosa che parla della realtà attuale, per forza di cose, quando si parla del futuro, ci deve essere sempre una percentuale di fantasia più o meno probabile.
Qui invece c'è la magia, ma ci sono pure le astronavi, lo spazio... i pianeti. Un esempio famoso di questo connubio di generi è Star Wars, avete presente la forza?
Ecco, qui la magia in questione è la necromanzia.
Questo è un romanzo che parla di necromanti, paladini e nel contempo di avventure su altri pianeti.
Non è mia intenzione spoilerarvi il libro, quindi vi darò un'idea generica della trama, la parte che alcuni vorrebbero evitare di vedere la metterò alla fine di questo post, con una bella scritta "SPOILER", in rosso, con svariato spazio bianco tra il titolo e il testo... insomma se leggerete qualche anticipazione, non sarà casuale e ve la sarete cercata.
Questo romanzo parla di Gideon, una guerriera, serva della Nona Casa.
Quando inizierete a leggere, la terminologia specifica usata a volte, non vi farà capire fin da subito di cosa si sta parlando, allora cominciamo subito con una breve descrizione.
La Nona Casa la potremmo definire piuttosto una casata, "nobiliare" a suo modo, con una sorta di "feudatario" al comando, il cui dominio è un intero pianeta. Il Lord, il "Reverendo Padre", e la moglie, la "Reverenda Madre", sono entrambi necromanti, così come lo è la loro erede, ovvero la "Reverenda Figlia" Harrowhark Nonagesimus, la coprotagonista di questa storia.
Dai titoli di questi nobili possiamo capire che la Nona Casa è una teocrazia, i cui vertici politici, militari e religiosi coincidono con la famiglia che controlla il pianeta.
Ovvio che, se la casata di cui parliamo è la nona, ne esistono anche delle altre, per nostra fortuna solo otto, dato che quella delle protagoniste è l'ultima.
La prima è la casata dell'Imperatore necromante, mentre tutte le altre avranno le loro specificità che le rendono a loro modo uniche e le scopriremo con il proseguire del romanzo.
Vi è un evento scatenante che porterà la nostra protagonista Gideon a compiere un viaggio, assieme ad Harrowhark, sul pianeta della Prima Casa. Lì, in qualità di guardia del corpo di Harrow e soprattutto di Paladina della Nona, le nostre due protagoniste avranno da affrontare numerose difficoltà, enigmi magici... e cose che non vi dirò nella sezione spoiler free.
Prima di passare alla sezione con spoiler vorrei parlare della struttura del libro.
Ho trovato interessante la scelta di mettere all'inizio del volume l'indice dei nomi dei vari personaggi che si incontrano durante l'avventura, anche se ne manca qualcuno di proposito... vedrete!
Ma comunque non è fondamentale: perché a romanzo inoltrato saprete sempre e comunque di chi si sta parlando, nonostante i personaggi degni di nota siano diciassette, esatto diciassette!
Caratteristico l'uso di aulicismi e di chiamare questo elenco "Dramatis Personae", mettendo una simbologia personalizzata delle nove case, un teschio specifico per ognuna, con questa grafica ricorrente anche durante il romanzo, all'inizio di ogni capitolo.
Purtroppo non credo ci sia una certa logica nell'assegnazione dei vari teschi ai capitoli, ogni casa ha il suo simbolo sensato e sarebbe stato bello se lo avessero avuto pure i capitoli in questione.
Poi magari mi sbaglio e mi sfugge qualcosa, ma credo di esserne abbastanza sicuro.
Un altro aspetto interessante è appunto quello degli aulicismi in netta contrapposizione a slang contemporaneo, cosa che non viene realizzata usando la tradizionale distinzione tra narrazione e linguaggio della protagonista.
Cosa intendo? In genere quando un autore o un'autrice vogliono dare sfoggio del loro lessico lo fanno appunto durante la narrazione, nelle descrizioni, mentre il discorso diretto, o i pensieri del protagonista, sono molto più semplici, volgari oppure con turpiloquio.
Questo serve per creare di proposito una dissonanza tra i due elementi del romanzo, serve per dire: "Io sono così", "Io voglio apparire così", mentre il protagonista è ciò che si oppone a me. Ma non solo, magari si ritiene che il turpiloquio possa in qualche modo infettare le descrizioni o la narrazione se debordasse dai dialoghi dei personaggi.
Infatti con uno stile volgare in entrambe le sezioni si rischia di far passare un messaggio diverso e nella nostra società, in cui l'immagine che si da di noi stessi, è tutto, questo è un segnale di pericolo grande come un palazzo, un grattacielo.
Be... Gideon la Nona è un dito medio alzato, che oscura il sole e proietta un'ombra gigante sul segnale di prima.
Tutto è perfettamente integrato: non vi dovrete stupire se durante una descrizione sofisticata troverete la parola "gangbang" o un'imprecazione. Perché il POV di Gideon entrerà a forza nella narrazione impersonale in terza persona e quando meno ve lo aspetterete, vi riporterà al tappeto, come con un pugno ben assestato.
Mi piace. E, se fosse reale, piacerebbe pure a Gideon metterci tutti ko, ne sono sicuro
E ora fuggite perché è arrivato il momento degli...
Una cosa interessante è che solo la Nona rappresenta lo stereotipo del necromante che abbiamo in genere, quindi solo Gideon e Harrow avranno l'aspetto di una maga e una guerriera oscure, gli altri saranno completamente diverse, dal medico Palamedes, erede della Sesta Casa, che potremmo definirlo una sorta di nerd, alla principessa Coronabeth della Terza, che potrebbe essere una modella, invece che una necromante... e Magnus e Abigail? Un paladino più bravo a cucinare che a combattere, e la rispettiva moglie, che secondo le nostre protagoniste, assomiglia più ad una casalinga/contadina, che ad una vera e propria maga oscura.
Bella l'idea che ogni casata sul loro rispettivo pianeta abbia sviluppato una cultura differente, così come un uso diverso della necromanzia.
Se così non fosse ne rimarrei davvero stupito.
Quando ho finito il romanzo ero sicuro al cento per cento che ci sarebbe stato un seguito, perché il finale è aperto, e ci sono svariati interrogativi lasciati in sospeso.
Chi è la persona che è stata rinchiusa nel Sepolcro Sigillato?
Sono tutte domande alle quali non c'è risposta e che sono curioso di scoprire quando leggerò i prossimi libri.
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