mercoledì 8 giugno 2022

Aurora Burning di Jay Kristoff e Amie Kaufman - Recensione


Recensione Aurora Burning di Jay  Kristoff e Amie Kaufman


 

Ciao a tutti,

se siete arrivati fin qui allora fate già parte della Squadra 312, altrimenti lungi da me spoilerarvi la trama. Andate subito a recuperare la recensione al primo volume: link recensione primo volume

Inizia subito la lettura con lo smartphone del futuro che risponde al nome di Magellano. Rispetto alla sua controparte femminile del passato (Siri), Magellano si propone come una voce interferente della trama e più di una volta rompe la quarta parete parlando direttamente al lettore. All’inizio ci propone un riassunto della sinossi, poi tra un capitolo e l’altro interviene a spiegare una nozione o un fatto storico. Vi appassionerete così tanto di lui che vi mancherà quando non sarà presente.

Ma torniamo alla storia vera e propria. I nostri protagonisti riprendono la loro fuga. Ricercati dall’intera galassia sono costretti a rifugiarsi dapprima alla Citta di Smeraldo, poi a Sempiternitas dove saranno costretti ad affrontare il Grande Ultrasauro di Abraaxis IV, ultima creatura della sua specie a guardia dell’immensa collezione di Casseldon Bianchi.

La squadra è infatti alla ricerca di informazioni, in quanto vengono a scoprire che gli Eshvaren hanno creato in Aurora un “grilletto” capace di azionare un’arma contro l’infestazione del Ra’haam. Scossi dalla morta di Cat e ricercati da ogni razza dell’universo, la Squadra 312 è costretta ad affrontare molte peripezie e andrà incontro ad un mistero ancora più grande. Qualcuno, moltissimi anni prima della nascita della Legione Aurora, ha lasciato per loro una scatola con all’interno delle cose che sembrerebbero buttate a caso ma che avranno una grande influenza nel corso della storia. Qualcuno che sapeva i loro nomi, che sapeva della morte di Cat e soprattutto che sapeva che avrebbero avuto bisogno di una nave per scappare.

I protagonisti cresceranno con il proseguire della storia, si ritroveranno ad affrontare la perdita, l’amore, l’amicizia e la continua fiducia che la strada che stanno seguendo è quella giusta. Inoltre per Aurora c’è in serbo un allenamento speciale per imparare ad utilizzare i poteri che le sono stati lasciati dagli Eshvaren e capirà il suo scopo nella storia. Inoltre, vengono approfonditi tutti i personaggi, anche quelli come Fin e Zila che avevamo conosciuto solo superficialmente.

Questo libro è di transizione ma non è mai pesante o noioso. Sarà perché ho fatto una vera e propria maratona dell’intera saga? Non lo so. Comunque questa storia mi sta piacendo sempre di più, non perde mai di ritmo e ti lascia sempre con il fiato sospeso in balia degli eventi. Vorrete scoprire come prosegue  e non riuscirete a staccare gli occhi dalle pagine.

Come sempre il world-building è qualcosa di spettacolare: le città spaziali sono ben descritte e molto particolareggiate. Ad ogni razza viene ricostruito il proprio habitat del mondo di provenienza ritrovandoci in un universo sempre più multietnico.

Non vedo l’ora di parlarvi anche del terzo e ultimo libro. Si perché sono sicura che al termine del secondo vorrete subito sapere come prosegue visto che gli autori ci lasciano con un bel punto di domanda.

Fatemi sapere se avete letto questa saga e se vi è piaciuta.

Ciao ciao,

*Dana*

Nessun commento:

Posta un commento