mercoledì 18 luglio 2018

Il ragazzo invisibile e Il ragazzo invisibile seconda generazione


Il ragazzo invisibile e Il ragazzo invisibile seconda generazione

 RECENSIONE


Ciao a tutti,                   
oggi sono qui a recensirvi una serie tutta italiana. Devo però raccontarvi una cosa prima di iniziare.
Un giorno di qualche mese fa ricevetti in omaggio da Salani il romanzo “Il ragazzo invisibile seconda generazione” per l’imminente uscita del film nei cinema.
Io non avevo mai letto ne visto nemmeno il primo della saga. Così andai a recuperare il Kindle e acquistai il primo volume.
Ero molto curiosa, un romanzo supereroistico tutto italiano, non era la prima volta ma è molto raro.
Iniziai questo libro con una marcia in più aspettandomi qualcosa come Superman, ma all’italiana.
E mi sbagliavo di grosso.
Michele il protagonista, ha 13 anni, figlio della comandate della polizia locale Giovanna, è lo sfigato bullizzato della scuola, non è bravo negli studi e non è nemmeno tanto nerd quanto mi aspettavo, se non per qualche fumetto qua e là.
Ho cercato in quel momento di rivedermi alle medie ma ai tempi d’oggi, capiamoci le medie le ho fatte 12 anni fa. E ho pensato: "Che cavolo anche io avrei voluto Whatsapp e Facebook 12 anni fa!" invece di un messaggio striminzito con tante k, 4 foto e l’mp3 con 10 canzoni.
Bene ritorniamo al romanzo, un giorno Michele acquista una tutina da super eroe per andare ad una festa di Halloween, e in un momento di rabbia con i teppisti che gli rompono le scatole, scappa e si ritrova davanti allo specchio della sua camera totalmente invisibile.
La sua vita verrà stravolta quando scopre che non è la tuta a fornirgli quel potere, ma proviene da lui stesso. Perché è stato adottato e proviene da una famiglia di Speciali.
Quello che non ho molto gradito sia nel primo volume che nel secondo, è il fatto che a prescindere da come finiscano i romanzi, la prima cosa che pensa il protagonista (e anche la sorella nel secondo) è di poter usare il potere per rubare, per copiare a scuola e per comodi personali.
Oltretutto entrambi non vengono mai ripresi ne castigati per questo fatto, lasciando presupporre che avendo dei super poteri possano fare tutto quello che vogliono.
Questa storia la classifico come un romanzo per ragazzi, per la struttura e la stesura che gli viene data, ma non lo farei leggere a un futuro mio figlio adolescente. Il senso di giustizia che esso trasmette secondo me è sbagliato.
Per farvi un confronto, parlando sempre di super eroi per ragazzi, preferisco molto di più il senso di giustizia che c’è in My Hero Academia, anche se ovviamente non si possono mettere a confronto.
Il voler inserire un lato thriller nella storia con la comparsa dei russi aumenta di più la suspance che fino alla fine risulta insignificante. Un libro molto molto scorrevole, ma che non invoglia minimamente alla lettura, non entusiasma. E’ un romanzo che puoi lasciare benissimo sulla scrivania e riprendere una settimana dopo come niente fosse.
E’ un bene o un male? Sta a voi deciderlo. Io vi ho dato il mio parere.
Di certo apprezzo il fatto che si stia iniziando anche in Italia, sia con Il ragazzo invisibile sia con Lo chiamavano Jeeg Robot, a proporre un genere diverso dai soliti cinepanettoni o film romantici drammatici alla Moccia.
E’ un inizio ma c’è sempre tempo e modo per migliorare.
Voi cosa ne pensate? Avete letto il libro? Avete visto il film? Sono proprio curiosa.
Ciao ciao,
*Dana*

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