lunedì 25 gennaio 2021

Luoghi da sogno & Ambienti romanzeschi Anno nuovo, romanzi nuovi

Luoghi da sogno & Ambienti romanzeschi
Anno nuovo, romanzi nuovi



Ciao a tutti e bentornati su Codex Ludus! Rieccoci con la nostra rubrica Luoghi da sogno & Ambienti romanzeschi in collaborazione con Dark Zone in questo nuovo 2021!
Come state, tutto bene?
Le misure di contenimento del Covid continuano e noi abbiamo un ulteriore motivo per rimanere a casa per leggere un buon libro. Oggi, però, non parleremo di un singolo romanzo, ma bensì due: "Freak Show" di Chiara Casalini e "La Vita nei tuoi Occhi" di Silvia Gaiart. Ma prima di passare alla lettura degli estratti, partiamo con la nostra intervista doppia alle nostre autrici!


Dove è ambientato il tuo romanzo? Perché lo hai scelto?

C.C.: Freak Show è ambientato in un paese della Bassa Veronese come tanti, lo stesso di “Nika. La schiavitù del silenzio”, e per definirlo mi sono ispirata a dove sono nata e cresciuta. Ho scelto di non definirlo sul serio, perché chiunque abbia vissuto la provincia del nord Italia possa ritrovarci qualcosa di familiare.

S.G.: È ambientato in un luogo di mare. Non ci sono una collocazione e un nome precisi, lascio l’immaginazione ai lettori perché possano viaggiare con la fantasia e chissà, magari scegliere un luogo di mare proprio.  È una scelta azzardata e rischiosa, ma secondo me a volte è bello poter lasciare uno spiraglio di interpretazione a chi legge. Ho scelto il mare perché lo amo con tutta me stessa. Per me è portatore di cambiamenti, di vita, di armonia e soprattutto di arte. 

Da cosa è ispirata l’ambientazione? 

C.C.: Dalla realtà, da diversi paesi in cui sono stata e che, col tempo, hanno dato un sapore diverso al detto “tutto è il mondo è paese”. Ho scelto di ispirarmi a un luogo che conosco bene, da cui poter attingere per definire uno scenario il più realistico possibile.

S.G.: Un giorno, in vacanza al mare in Emilia-Romagna mi sono imbattuta in una piccola località e ho pensato: “Ecco, è proprio questo il posto giusto per il mio libro!”. E si sa che quando scatta quella scintilla non puoi ignorarla. Sapevo che era quello il luogo. Nella mia testa vedevo già Mia e Samuel passeggiare sulla sabbia, andare al molo, respirare la brezza marina. 

Hai mai pensato di scriverlo in un altro tempo o luogo arrivando a cambiare genere al tuo romanzo? (es. ambientazione fantastica, fantascientifica, immaginaria, in un mondo distopico, in quello attuale, ecc.)

C.C.: No. Freak Show è nato per parlare del nostro tempo, della realtà e dei problemi che ci si trova a dover affrontare. Volevo che lo facesse senza metafore, in modo diretto e chiaro. Ma ho pensato di cambiare genere, giusto per qualche secondo, togliendo la storia d’amore. Era fattibile, avrebbe retto benissimo lo stesso, ma alla fine sono stati Freaky e Billy a scegliere il loro destino, io l’ho solo raccontato… al meglio delle mie possibilità.

S.G.: Certo! Avevo pensato di aggiungere un aspetto un po’ thriller, ma poi mi sono detta: “Un passo alla volta che è meglio!”

Riesci ad immaginare la tua storia nel passato?

C.C.: In parte sì, alcuni dei problemi affrontati da Billy e Freaky si possono ritrovare in tante epoche, ma sarebbe un’altra storia.

S.G.: Si, perché no? Magari durante la Seconda guerra mondiale. Quello è un periodo storico che adoro e cambiando alcune cose sarebbe uscita una cosina niente male!

Riesci ad immaginare la tua storia nel futuro?

C.C.: Non voglio. Spero che il futuro sia migliore.

S.G.: Anche in questo caso sì, ma avrei avuto molte meno idee. Sono nostalgica e preferisco le storie passate, celate da una sorta di malinconia e di amore vissuto.

Tre posti in cui vorresti ambientare i tuoi prossimi libri?

C.C.: Al momento ne ho già diversi in programma e tutti si collocano nello stesso luogo di Freak Show e Nika, ma prima o poi vorrei riuscire ad ambientare una storia in Islanda, e magari ad andarci pure!

S.G.: Roma, qualche posto in America (ho delle idee molto vaghe a riguardo, anche se ho già ambientato una storia in Carolina) e perché no qui vicino a dove abito io. Ci sono un po’ di idee nella mia testa e anche di già scritte.


Rieccoci qui. Ora parliamo di "Freak Show", qui sotto potete ammirare la copertina e le descrizioni della Bassa, che conosco bene anche io visto che spesso mi ci avventuro... ma ora, cosa ben più importante, lo potrete fare anche voi!


Un bicchiere, poi un secondo e un terzo, fino a perdere il conto nel tentativo di dimenticare tutto. Persino me stessa. Seduta in un pub di periferia della Bassa, insulso quanto la gente, proprio come l’affresco dei Mariachi su cui mi sono fissata da un bel pezzo.
Pessima opera. Pessimo bar. Pessima idea ubriacarsi da soli.
In effetti, sono la regina delle pessime idee, è innegabile.


Mi stringe la mano e si incammina verso il salotto. L’arredamento è semplice, i mobili in ciliegio hanno quel tono caldo e accogliente che ammorbidisce le linee minimali. Noto che hanno cambiato il divano e questo sembra più comodo del precedente, anche se il fatto che fosse in pelle nera gli faceva guadagnare punti. Mi abbandono a sedere in modo sgraziato e la tiro, facendomela quasi cadere addosso. Credo di avercelo scritto in faccia che l’ho fatto apposta, perché non protesta, mi si sistema soltanto di fianco.


Mi rifugio su una panchina, fissando i mattoni consunti del Torrione, all’ombra degli alberi dalle foglie immobili. Non c’è un filo d’aria e, nonostante siano solo le dieci e mezza, c’è già un’afa che toglie il fiato. Tuttavia, è uno squarcio rilassante. Abbandono la testa indietro, guardando gli scorci di azzurro tra il verde; il cielo è terso, nemmeno una nuvola.


Ora invece parliamo di "La Vita nei tuoi Occhi" e delle ambientazioni create da Silvia, ma prima, che ne pensate della copertina?


1) 

Ho sempre amato il mare e anche per Nicola era così. 
L’immensa distesa d’acqua che si espande fino all’orizzonte e il rumore delle onde che s’infrangono sul bagnasciuga. Crescono potenti e cariche di vita e finisco con l’adagiarsi sulla sabbia, creando una connessione tra terra e mare. Il loro suono, dolce e melodioso, culla le corde più profonde della mia anima. Per questo, quando mi trovo in riva al mare, nel posto in cui andavo sempre con Nicola, mi capita di chiudere spesso gli occhi e mi sento un tutt’uno con esse. Mi sento infinita, in balia di qualcosa di stupendo e misterioso. Il mare, come la vita, porta con sé cose nuove e vecchie storie raccontate da persone che hanno preferito lasciare i loro pensieri lì, in mezzo a delle onde, piuttosto che spargerli nel vento senza sapere la loro destinazione. Il mare è vita, è rinnovo, è scelta, è forza. Io e Nicola andavamo spesso nel nostro posto per sfuggire  alla realtà. Un luogo appartato che separa il mio paesino da quello vicino. Una spiaggetta immacolata sconosciuta ai turisti, ma che noi gente del posto conosciamo bene e conserviamo gelosamente. Nicola amava nuotare in solitaria e guardarsi il tramonto, mentre io leggevo sul pontile. Un giorno decidemmo di farci una playlist per il nostro posto speciale. È ancora lì, nel mio iPod, e ogni volta che ritorno su questa spiaggia, attacco una canzone a caso e mi sembra di averlo qui con me.

2)

«Buongiorno!» esclamo, entrando nel bar per iniziare il mio turno di lavoro. Adoro questo posto, soprattutto per il fatto che Marco riesce a farmi sentire a casa. La musica della stazione radio riempie il locale. Ci sono i soliti quattro vecchietti che si bevono il loro bicchiere di vino mattutino. Marco sta servendo altri due anziani che sono seduti vicino all’ingresso e mi saluta con un cenno. Al bancone, invece, c’è una giovane coppia in tenuta da mare che fa colazione con il cappuccino e il cornetto. Amo osservare la gente e farmi storie su una loro possibile vita. I due giovani, ad esempio, sono insieme da poco. Nella mia testa la loro non è una vacanza normale in un luogo tranquillo, ma una fuga d’amore. Lei è sposata e lui è il suo amante. Si vede da come si guardano e dal tocco di lui così impaziente, mentre appoggia una mano sulla schiena e le dice qualcosa all’orecchio, facendola ridere.

3)

 «Lo vedi tutto questo? Non è fantastico? È un privilegio poter essere qui. Ti senti infinito» dice, rivolgendo nuovamente lo sguardo al mare e a quel tramonto che lo colora di un rosso vivo. È tutto calmo e non c’è un filo di vento. L’unico rumore che riesco a percepire è quello delle onde che s’infrangono sulla sabbia. Ogni tanto anche le urla di qualche bambino in lontananza. È quello che penso anch’io. Il mare è la mia casa. Il mio rifugio. E il tramonto rende tutto più bello. Guardo nella sua stessa direzione e una nuova emozione mi pervade. Una specie di calma. Ho sempre amato osservare il mare, ma con il tramonto è tutta un’altra cosa. È come se la meraviglia della vita facesse la sua uscita di scena, dando spazio alla notte. Non ho mai visto un tramonto così bello e significativo come questo. Samuel riesce a farmi vedere le cose da un’altra prospettiva. Mi giro verso di lui e mi accorgo che è lì che mi fissa con i suoi occhi profondi e indecifrabili. L’atmosfera che si è creata e questo tramonto davanti a noi rendono la situazione un po’ strana. È come se il mio corpo fosse attraversato da pura elettricità. Come se stessi fluttuando nell’aria.



E anche per oggi abbiamo potuto leggere sezioni in anteprima, cosa ne pensate? Vi sono piaciuti? Fatecelo sapere con un commento qui sotto e sui nostri social. 
Intanto io vi saluto! Ciao e alla prossima!

*Enrico*

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