LUOGHI DA SOGNO & AMBIENTI ROMANZESCHI: UN GIORNO QUALUNQUE DI ALESSANDRO DAINOTTI
Ciao a tutti,
oggi ritorna la rubrica Luoghi da sogno & ambienti romanzeschi in collaborazione con Dark Zone.
Questa volta la giornata autore è dedicata a un romanzo che vi ho già presentato.
Chiunque se lo fosse perso ecco a voi il link: Presentazione Un giorno qualunque
Ma partiamo subito con l'intervista.
1. Dove è ambientato il tuo romanzo?
Perché lo hai scelto?
"Un
giorno qualunque" è ambientato tra Roma e Londra. Due grandi città
completamente diversa l'una dall'altra. Roma è la città in cui viene narrato il
passate di Adriano, il protagonista, mentre Londra è la città in cui vive il
suo presente. Due ambientazioni diverse per mettere a confronto, ed
evidenziare, personaggi, emozioni, sogni e sentimenti del tutto opposti tra
loro.
2. Da cosa è ispirata l’ambientazione?
Ho tratto
spunto dalla vita reale. Roma e Londra sono due città che conosco benissimo.
Nella prima ho proseguito i miei studi universitari e ho conosciuto persone che
mi porterò per sempre nel cuore, nella seconda ho trovato un lavoro e ho detto
addio alla mia vita da ragazzo, per iniziare a vivere quella da uomo.
3. Hai mai pensato di scriverlo in un
altro tempo o luogo arrivando a cambiare genere al tuo romanzo? (es.
ambientazione fantastica, fantascientifica, immaginaria, in un mondo distopico,
in quello attuale, ecc)
No, mai.
Sin dal primo momento in cui ho avuto l'idea per il romanzo ho capito che i
tempi e i luoghi dovevano essere quelli. Durante la scrittura mi sono ritrovato
a ripensare e a cambiare alcune soluzioni narrative (per esempio alcune scene
sono state riscritte completamente), ma i primi due fattori sono rimasti
immutati.
4. Riesci ad immaginare la tua storia
nel passato?
Potrei,
ma sarebbe difficile. Adriano e gli altri personaggi sono il risultato della
generazione in cui vivono, la nostra. Le azioni che compiono, le paure che
hanno, i pensieri che elaborano si adatterebbero male fuori dal contesto in cui
la loro storia si sviluppa.
5. Riesci ad immaginare la tua storia
nel futuro?
No,
assolutamente, un po' per gli stessi motivi per cui non potrei immaginarla al passato.
Inoltre vedo il futuro come un tempo in cui gli esseri umani non avranno
interazioni sociali tra di loro.
6. Tre posti in cui vorresti ambientare
i tuoi prossimi libri?
Istanbul,
in fondo al mare e la Sicilia. Questi tre posti costituiscono le ambientazioni
per alcune idee che ho in testa, ma che devono essere approfondite. Sono tutte
diverse, così come lo sarà il genere. La prima sarà per una storia d'amore, la
seconda per un romanzo fantasy, e la terza per un romanzo generazionale. Di più
non posso dirti.
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ESTRATTI A TEMA AMBIENTAZIONI
Odio Luton, è un posto che mi
mette tristezza e mi infonde una sensazione di malinconia che mi attanaglia.
L’unica ragione per cui ci vado è che Aaron vive lì. Se vuoi vedere i suoi
abitanti passeggiare per le vie del centro hai tempo fino alle 5:00 del
pomeriggio, dopodiché i negozi chiudono e la città sembra disabitata. Aaron
tenta di farmela piacere in tutti i modi. Mi fa vedere i luoghi della sua
infanzia, passeggiamo per i parchi dove si allenava ai tempi della scuola,
ceniamo nei ristoranti che preferisce, beviamo litri di birra nei locali che
frequentano i suoi amici, ma più ci allontaniamo dal suo appartamento e più
sento un bisogno impellente di ritornarci. È a Luton che, più di Londra, ho
capito cosa vuol dire essere un immigrato. È stato stimato che gli abitanti di
Londra provengono da più di trecento nazioni diverse, il che per me vuol dire
essere un immigrato in mezzo ad altri milioni di immigrati. Una solitudine
collettiva e condivisa, insomma. A Luton invece mi sento l’unico straniero
presente sulla faccia della Terra, poco stimolante per uno che cerca il suo
posto nel mondo.
Arrivai a Roma un lunedì
mattina di metà settembre. Un amico di papà si offrì di venirmi a prendere in
stazione per aiutarmi con le valigie. Lui e mio padre avevano lavorato insieme
da giovani, poi lui aveva ricevuto un’offerta da un cantiere di Roma e si era
trasferito con la moglie. Abitavano in un bilocale in zona Torpignattara ed
erano più che contenti di potermi dare una mano. Stetti da loro per quattro
giorni, poi trovai una stanza in un appartamento in zona Pigneto. Era stretta e
con il soffitto alto, c’era un bellissimo pavimento di marmo viola e una
finestra che dava sulla tangenziale. Era arredata con un letto, un armadio e una
scrivania grande appena per un paio di libri. Perfetta. Risolto il problema
della casa, mi presi del tempo per fare il turista. Giravo per le strade
cercando di memorizzarne i nomi, mi facevo incantare dai vicoli e dai cortili
nascosti, dalle fontane e dalle chiese, dagli scorci e dai panorami. Mi
chiedevo in quali posti avrei creato i miei futuri ricordi, quali emozioni
avrei provato e come avrei vissuto quella nuova vita.
Se eravati insicuri se acquistare o meno questo romanzo, spero che questo nuovo post vi abbia convinto. Ricordo sempre di sostenere gli autori emergenti italiani e di iscrivervi al nostro blog per rimanere sempre aggiornati.
Ma ora vi salutiamo,
ciao ciao.
*DANA&ENRICO*
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