Recensione
King Arthur
Ciao a tutti, benvenuti su Codex Ludus! Oggi si parla di un film, era da tanto che non accadeva, ultimamente ho recensito fumetti su fumetti, ora invece si torna un po' alle origini di questo blog.
Avete presente King Arthur... quello del 2004? Quello che voleva tendere ad una sorta di "realismo" (tra virgolette perché di reale aveva ben poco)? Be dimenticatelo. Ora torniamo alle origini: una storia fantasy, qui la magia esiste, i maghi esistono ed Exacalibur è un artefatto prodigioso.
Ma allora? Cos'ha di speciale questo film? Non saprei se definirlo speciale, sicuramente è atipico.
Vi posso assicurare che Guy Ritchie è riuscito a svecchiare una storia trita e ritrita sin dal medioevo, imbottendo tutto di azione a volte un filino tamarra, espedienti narrativi interessanti, oltre che belle sequenze di scene.
Bene, tutto bello? "Ni". In fin dei conti è Re Artù, Guy Ritchie ha trasformato il nostro re di Camelot in una sorta di Romolo, ma bordello a parte (come il Re di Roma è cresciuto con le prostitute), è sempre Re Artù, non si può sperare in chissà quale colpo di scena.
Si sa ciò che si sta andando a vedere, e non ha senso sperare in una storia che faccia gridare al miracolo, ma tutto sommato questo film fa ciò che deve, e lo fa anche bene.
Un film a tratti "ignorante", ma che mi sento di promuovere.
Andatelo a vedere!
Ora devo proprio salutarvi, ciao e alla prossima!
*ENRICO*
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