Luoghi da sogno & Ambienti romanzeschi
Tenebre
Dove è ambientato il tuo romanzo? Perché lo hai scelto?
Il mio romanzo è ambientato in una piccola città di provincia. Ho ritenuto fosse il luogo adatto per mettere in risalto l'ipocrisia e l'indifferenza della gente.
Da cosa è ispirata l’ambientazione?
Dalla città in cui vivo e dai suoi abitanti. Sono stati fonte di moltissimi spunti.
Hai mai pensato di scriverlo in un altro tempo o luogo arrivando a cambiare genere al tuo romanzo?
Adoro l'idea dell'esistenza di mondi paralleli, credo che ogni scelta possa generare tante nuove possibilità quindi non escludo che possano nascere trame parallele da "Tenebre".
Riesci ad immaginare la tua storia nel passato?
No, alcune trame si basano sulle tecnologie moderne, perché la storia del personaggio si svolga in quel determinato modo sono necessarie.
Riesci ad immaginare la tua storia nel futuro?
Sarebbe una prospettiva molto interessante.
Tre posti in cui vorresti ambientare i tuoi prossimi libri?
1- nel futuro
2- in un mondo parallelo
3- all'interno dell'animo umano
Ora estratti! Tempo di leggere! Vediamo insieme cosa ci ha inviato Maria.
I
I lampioni si accesero, il sole era quasi scomparso del tuttoall’orizzonte tingendo di un leggero rosa alcune nuvole vagabonde che si inseguivano spinte dal vento. Da un’abitazione di
fronte al parco suonavano le prime note della sigla che annunciava un programma preserale; l’aria autunnale era fresca, ma
lui non ci fece caso.
II
Le prime luci dell’alba entrarono attraverso la serranda chiusa, illuminando le mattonelle ocra mentre in penombra la macchina del caffè dormiva ancora silenziosa. Dalla cucina le notedi un brano metal rompevano il silenzio del giorno che andava
a iniziare, gridando la frase «live and let die», poi un colpo
sordo. Uno sbalzo di tensione accese la cassa che emise un tintinnio come per dire «eccomi, sono sveglia, possiamo iniziare
a lavorare ora», ma nessuno l’aprì per dare il via alla giornata.
La luce del sole inondò il locale scontrandosi con il buio
della cucina. Dopo pochi minuti di silenzio la musica ricominciò sulle note della stessa canzone, sempre la stessa, ripetuta
ancora e ancora, senza mai stancare la mente di chi ascoltava.
Il fracasso del camion della raccolta dei rifiuti svegliò un
uomo sonnecchiante che in un angolo riposava avvolto in una
coperta sporca e logora. Sputò in terra, poi s’alzò con fatica e
riavvolse il suo giaciglio in un sacchetto di plastica.
Si allontanò a piccoli passi con lo sguardo fisso a terra, curvo sulla miseria della sua vita che gli appesantiva la schiena e
segnava il viso ormai scavato. Non fece caso alla musica che
arrivava dal locale vicino. Ormai perso nel nulla che aveva fissato mentre quartieri della città scomparivano sotto gli occhi
di persone disinteressate, aveva smesso di guardarsi attorno.
Palazzi, parchi, persone, tutto dimenticato come non fosse mai
esistito. Sembrava essere l’unico a sapere cosa stesse succedendo in quella città.
III
Si riaddormentò.Nella stanza bianca bocche si muovevano senza dire parole.
Profumo di caffè e di cornetti caldi che non riusciva a vedere.
La bocca impastata di amaro e alle braccia lo stesso intenso
di dolore di quando sua madre l’aveva tirata per le braccia da
bambina. Poi un liquido caldo le scivolò in gola. Il sapore era
disgustoso, sembrava una qualche strana tisana. Le aveva sempre odiate. Voci lontane. Silenzio.
Anche per oggi è tutto.
Ciao e alla prossima!
*Enrico*
Congratulazioni vivissime a Maria Patavia, grande amica e distinta collega artista. Ammiro tra le poliedriche qualità la sua capacità d'impiegare zelante il mezzo letterario per ritrasformare idee, ma anche pensieri e stati d'animo, in energia catartica per sé e per chi nella società odierna potrebbe trarre beneficio dal rispecchiarsi in quanto ella comunica. Trovo i suoi scritti, a prescindere dal genere apparente, ben calibrati nello stile e nella sostanza. Mai stucchevoli di retorica mai troppo "di pancia", includono al contempo la piacevolezza dell'eloquenza narrativa e lo stimolo della sintesi propedeutica. Sì, Maria Patavia è un'autrice di oggi che sa mettere a netto confronto, senza ermetismi né autoesaltazione, l'evolversi e l'involversi dei tempi... e invita, con drappeggiante ironia ma all'occorrenza pungente satira, a riflettere su chi siamo e dove stiamo andando.
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