sabato 6 ottobre 2018

Recensione Genocidal Organ, Vol. 1 - 2

Recensione
Genocidal Organ
Vol. 1 - 2


Ciao a tutti e bentornati su Codex Ludus! Oggi vi parlerò di questo manga seinen che ho cominciato a seguire in questa seconda metà del 2018. 
Parto a bruciapelo dicendo che molto probabilmente non proseguirò con l'acquisto di questa serie. I disegni di Gato Aso mi piacciono molto, ma la storia di Project Itoh non riesce proprio a prendermi, manca di quel mordente che faccia venire voglia di sapere come va avanti. Purtroppo nonostante il lavoro di Aso mi piaccia non è sufficiente per continuare.
Ormai seguo numerose uscite a fumetti, molte novità e talvolta capita di dover fare una cernita e scegliere a cosa dare una priorità, purtroppo quest'opera non rientra appunto nei miei "acquisti principali" e dubito che sia possibile recuperarlo in futuro, dato che non credo che sia un best seller internazionale rispetto a tanti altri.
Il tutto per dire che se proprio non avrò nulla da leggere acquisterò il terzo volume, ma dato la tiratura limitata di questo manga molto probabilmente sarò costretto a dirgli addio.


Dopo questa premessa parliamo del manga in sé: di cosa parla Genocidal Organ?

Il tema principale è la lotta ai genocidi in un futuro relativamente prossimo. Il protagonista Clavis Sheperd fa parte di un gruppo di forze speciali americane che ha lo scopo di eliminare dittatori e carnefici di massa, tra cui una sorta di mercante di morte di nome John Paul.
Fin qui, tutto abbastanza realistico, qualche tecnologia che nel mondo attuale non esiste ancora, ma niente di così impossibile.
Tutto finché non si entra nel campo della "Grammatica del Massacro", ecco questo punto è tutto una immensa vaccata.
Itoh è appassionato di linguistica, o almeno così mi è parso leggendo la storia da lui sceneggiata in questi due manga... il punto in questione è che la linguistica, la psicologia sociale e altri campi di studio simili in qualche modo collegati al linguaggio e all'essere umano, fanno parte del corso di laurea in cui io sono laureato e per quanto sia conscio del potere della parola, non ho studiato né magia né stregoneria: non ho frequentato Hogwarts.
Capisco che l'Università italiana non faccia miracoli e incantesimi, ma non lo fanno nemmeno quelle straniere.
Con le parole giuste potrete convincere chiunque (più o meno), ma non potrete convincere Gandhi a diventare Hitler, che è invece ciò di cui è in grado l'antagonista John Paul.

Abbiamo una storia disegnata molto bene e con personaggi approfonditi nella loro psiche, il dilemma della responsabilità che ha Clavis per le eliminazioni che compie, il suo tentare di giustificarsi in qualche modo con se stesso.
Questa è qualità! Perché imbottire una storia realistica con cavolate pseudo-scientifiche? Perché inficiare dei personaggi ben caratterizzati con un filo conduttore ridicolo, il potere di John Paul rasenta il sovrannaturale!

E si potrebbe continuare da come il background di questo mondo sia costruito in maniera certosina dai piccoli dettagli, per poi ribaltarlo con cadute di stile random.
Clavis è così esperto da rendersi conto in pochi secondi di essere pedinato da almeno tre persone diverse in mezzo la folla (posizionate dietro di lui, dove non può vedere), ma diventa una ragazzina alla prima volta in discoteca, tanto da non accorgersi che qualcuno gli mette qualcosa nel bicchiere.
Siamo seri?
La valuta cartacea non si usa più perché non è tracciabile e quindi è proibita. Bene, trovi un locale in cui si usano banconote illegali? Ehi ma usare banconote non è illegale! È una cosa punk! Fidati, lo dice solo la gnocca che hai appena conosciuto, dimentica l'addestramento.
Sono cose senza senso, qualcuno che è in grado di notare un pedinamento nota se qualcuno gli sta alterando la bevanda, se sai che qualcosa è illegale lo è sempre! Provate quando un poliziotto vi coglie in flagranza di reato a dirgli: "Ehi, non è proibito, è punk!" ... non credo proprio che funzioni.

Oppure questa è una distopia in cui tutti sono cretini, allora ha senso, scusate!

Questo manga è un insieme di occasioni mancate, gli autori hanno colpito il bersaglio nella zona da 100 punti, centrando proprio la parte più piccola del cerchio... per poi colpire numerose volte il muro su cui la sagoma è appesa.
Un'opera seinen dalla qualità altalenante che nel contempo cerca un target di pubblico piuttosto di nicchia, la vedo dura per questo Genocidal Organ.
Voi lo avete letto? Cosa ne pensate? Oppure non ne sapevate proprio nulla?
Fatemelo sapere con un commento qui sotto.
Intanto io vi saluto, ciao e alla prossima!

*Enrico*

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