lunedì 29 giugno 2020

Review party: Gli Strani Viaggi di Jules Verne



Review party: Gli Strani Viaggi
di
Jules Verne


Ciao a tutti e bentornati su Codex Ludus! 

D.: Questa recensione fa parte del Review party in collaborazione con il blog Eynyspaolinibooks e Mondadori che mi ha gentilmente inviato la copia cartacea di cui avrete di certo visto le immagini sui social.

Il volume è nell’edizione Oscar Draghi Mondadori, quindi un volume bello massiccio alias “mattonefermaporta”. E’ l’essenza del bookporn: copertina ruvida con foglia oro, pagine colorate esternamente di blu e disegni interni per ogni racconto. Insomma, una bellissima edizione da avere in libreria e ogni tanto sfogliare per leggere un racconto a piacere.

Dovete sapere che ero in ansia da lettura e ho assillato il mio fidanzato Enrico per un po’ di tempo: lo leggi tu o lo leggo io? Alla fine Verne piaceva talmente tanto a tutti e due che lo abbiamo letto entrambi facendo di questo post una review a quattro mani.

Ora lascio la parola a lui.

E.: Oggi parleremo di Verne, uno dei più famosi autori francesi di sempre, e della nuova raccolta di racconti edita da Mondadori .
Jules Verne, nel caso qualcuno non lo conoscesse e fosse vissuto sotto un sasso fino ad ora, è l'autore di "Viaggio al centro della Terra", "Ventimila leghe sotto i mari", "Il giro del mondo in ottanta giorni", "Dalla Terra alla Luna"... 
Le sue sono tra le opere più celebri della prima fantascienza, genere del quale danno la paternità proprio al nostro caro Giulio, o almeno questa è una delle opinioni più diffuse.
Personalmente non la vedo proprio così, del resto sono cresciuto in un'altra epoca, e la fantascienza per me è altro, ma del resto chi lo dice che tra un centinaio di anni la mia personale visione del genere non diventi anch'essa antiquata e distorta?

Quello che per le nostre papille lettrici ha un sapore di classico, non sempre è stato così, un tempo infatti era novità.
Esplorazione di un genere nuovo, appena nato, così come è esplorazione e ricerca il tema che viene raccontato nei suoi libri.
La scienza, figlia di un tempo positivo, in cui lo scienziato era figura di riferimento nello studio del mondo, nell'esplorazione della realtà, nella ricerca della verità.
Oggi, il numero di scienziati è sicuramente maggiore rispetto ad allora, il metodo scientifico è più diffuso e più praticato, ma mai come adesso abbiamo una netta opposizione a ciò che è esplorazione, ricerca, scienza e ragione.
Sfortunatamente nel nostro 2020, una narrazione come quella di Verne non ha presa sul pubblico come lo aveva nel tempo in cui lui scrisse, ma ciò non toglie valore ai suoi racconti.
Saremmo pure nerd, accaniti lettori, geek dello sci-fi o chi più ne ha più ne metta, ma in questo periodo di complottismi e pseudo-scienze, la speranza che la fuori ci sia ancora molto da scoprire è proprio la medicina che ci serviva per stare un po' meglio.


Viaggio al centro della Terra

E.: La storia a cui sono più affezionato è proprio quella meno scientifica e più "fantasy" ovvero "Viaggio al centro della Terra". Per quanto all'epoca di Verne non si potesse avere la certezza assoluta di quanto ci fosse nelle profondità del sottosuolo, dubito che ci fosse qualcuno che pensasse seriamente in una terra cava popolata da dinosauri, creature "anti-diluviane" e chi più ne ha più ne metta.
Nonostante questo, Jules Verne, unisce elementi scientifici alle parti di fantasia, cosa ripresa anche da autori successivi, come H.P. Lovecraft con Le Montagne della Follia ad esempio.
D.: Purtroppo per quanto siamo appassionati di fantascienza, questo resta per noi pura immaginazione. Pensate che il nucleo della nostra terra arriva a 6000°, quasi come la temperatura del sole, mentre dei 6371km ne abbiamo raggiunti solamente 14.

E.: Il nostro autore francese usa come protagonista un giovane tedesco di nome Axel, nipote adottivo di un professore burbero, Otto Lidenbrock, esperto di minerali. 
Lo zio di Axel è un noto scienziato, che vive esclusivamente per la scienza, disposto a mettere in dubbio ogni fondamento della conoscenza umana... il tutto rientra nel metodo scientifico, certamente, anche se questo suo comportamento è piuttosto travolgente.
Inoltre la sua conoscenza della materia mineralogica risulta molto ferrata: a parte per gli appassionati di mineralogia o gli eventuali geologi, è facile farsi convincere dalle parole di un esperto come lui.
Se, per noi, quello che viene descritto sono solo "sassi", ci fa un effetto da "Ipse Dixit", una sorta di principio di autorità al quale non possiamo dire nulla.
Questo aiuta alla creazione della credibilità di Otto Lidenbrock ed è una delle forze motrici che spinge Axel a seguirlo in questa impresa.
Del resto ognuno di noi non è esperto di tutto lo scibile umano e la scrittura di Verne fa leva proprio sulla nostra ignoranza della geologia; sono sicuro che un laureato in materia troverebbe molto divertenti certe trovate.

D.: Il romanzo è scritto come fosse un diario di viaggio, con annotazioni di data, ora e tutti gli appunti scientifici che Axel ci fornisce. Diventa poi giornale di bordo durante l’attraversata del mare sotterraneo, con le indicazioni dei venti, del mare e del tempo.

E.: Ma cominciamo da ciò che fa partire la storia, l'evento scatenante, è un libro dell'islandese Arne Saknussemm, trovato da Lidenbrock.
Questo scienziato del passato pare che fosse riuscito a compiere un'impresa impensabile: un viaggio al centro del nostro pianeta.

Quindi da qui inizia il nostro cammino, di noi lettori, di Axel e di zio Otto.
Si raggiunge l'Islanda, terra per noi lontana, e proprio in un ignoto così lontano la nostra fantasia può viaggiare.
Oggi noi possiamo raggiungere l'Islanda con un semplice volo di poche ore, ma dobbiamo sempre tenere bene a mente quando questo libro è stato scritto.
Infatti, proprio quando pensiamo a terre lontane, costruiamo castelli di pensieri, lastricati di mattoni onirici, deviando dal sentiero della realtà.
Assieme ad una guida islandese, di nome Hans Bjelke, inizia la discesa nel sottosuolo.
Otto Lidenbrock si contrappone sia ad Hans che a Axel, in modo differente. 
Axel è costantemente in contrasto con lo zio per motivi "filosofici" potremmo dire, il suo modo di ragionare è molto umano, crede nella scienza, ma non si interroga, non vuole andare alla ricerca di un'ipotetica e provvisoria verità, da mettere continuamente in discussione. Si è adagiato nella propria pozzanghera di convinzioni. Delega il lavoro di scoprire il mondo ad altri, infatti è il più restio ad imbarcarsi nell'avventura, il più piagnucolone alla prima difficoltà. La sua ignavia è travolta dal desiderio di sapere dello zio.
Anche Hans si contrappone a Lidenbrock, ma pure ad Axel. La guida islandese è tratteggiata in maniera caricaturale, i cui discorsi importanti ci pervengono di seconda mano e mediati dalla traduzione del Professor Lidenbrock, ha libertà di parola e discorso diretto, solo con dialoghi da mono-vocabolo, non tradotti.
Ritorna il tema della terra lontana e sconosciuta, non scientifica, con questo uomo-troll, forte, silenzioso, che non si interroga su nulla, vivendo alla giornata.
E credo che sia il caso che voi lo leggiate.
Penso che molti sappiano di cosa parli questa storia anche senza averla letta: come abbiamo ribadito più volte è molto famosa, e ne hanno tratto svariati adattamenti cinematografici.

Io stesso ho un ricordo di me da bambino che giocavo con le Lego mentre guardavo un vecchio film del Viaggio al centro della Terra in televisione, ricordate? Dicevo che ne ero affezionato.


D.: A differenza dei film, l’approccio dei 3 esploratori rimane sempre scientifico, mai una volta hanno derubato la terra delle sue ricchezze, mai hanno portato testimonianza materiale del loro incredibile viaggio.


Voi cosa ne pensate? Avete letto Verne? Quale romanzo preferite? O magari vi piace di più qualche suo racconto?

Fatecelo sapere con un commento qui sotto, o sui nostri account social! Ora vi devo proprio salutare!
Ciao e alla prossima!

*Enrico & Dana*

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