lunedì 1 aprile 2019

Luoghi da sogno & Ambienti romanzeschi, una doppia intervista primaverile



Luoghi da sogno & Ambienti romanzeschi
Una doppia intervista primaverile 




Ciao a tutti! Bentornati su Codex Ludus nella rubrica Luoghi da sogno & Ambienti romanzeschi, è primavera! Torna a splendere il sole, i boccioli fioriscono ed arrivano le allergie. Un periodo che può essere bello o brutto a seconda dei punti di vista... ma che spero riusciremo a migliorare con una doppia intervista e una buona dose di lettura. Oggi sono qui con noi Andrea Anedda e Daniele Viaroli, il primo ci parlerà del suo "Dragon Tears" con una risposta che esula dal nostro classico format, mentre Daniele, con il suo "La Fiamma Azzurra", ha risposto a tutte le nostre domande...

Quindi per rendere anche più comprensibile per voi lettori lascio la sequenza di domande che sono state fatte ad Andrea Anedda e di seguito la sua risposta, dopo invece troverete un botta e risposta.

Dove è ambientato il tuo romanzo? Perché lo hai scelto?
Da cosa è ispirata l’ambientazione?
Hai mai pensato di scriverlo in un altro tempo o luogo arrivando a cambiare genere al tuo romanzo? 
Riesci ad immaginare la tua storia nel passato?
Riesci ad immaginare la tua storia nel futuro?
Tre posti in cui vorresti ambientare i tuoi prossimi libri?

Per rispondere a questa domanda bisogna necessariamente fare un passo indietro e capire qual è stato il fattore che ha dato moto alla serie di idee che hanno poi reso possibile la concretizzazione della storia.

Proprio come per il protagonista del romanzo tutto ebbe inizio con un talismano: esatto, il talismano del libro esiste per davvero! Anche se non brilla purtroppo… comunque, me ne stavo lì ad osservare la pietra incastonata nell’argento ed ecco che partirono le fantasie. Iniziò tutto per una leggenda, o meglio una credenza che i celti avevano su questa pietra, l’opale. Gli antichi popoli infatti gli attribuivano proprietà magiche, alla base di queste credenze vi è appunto l’opalescenza della pietra, che posta sotto una fonte luminosa pare brillare di luce propria. Partendo da questo spunto iniziai a pensare alla scena che poi diede vita a tutta una serie di domande. Il protagonista trova questo ignoto talismano, il talismano è magico e alcune volte la pietra prende a brillare e lui viene catapultato in una serie di visioni. Questo mi ha portato poi ad un’altra decisione importante: se nel libro c’è la magia, allora anche il protagonista può essere magico. Appurato questo punto iniziale era la volta del prossimo punto, (che poi è quello che mi ha portato a scegliere appunto l’ambientazione): creare la situazione di pericolo. Questo poteva anche essere scontato: insomma, si parla di magia e di maghi, dunque di caccia alle streghe. Avrei potuto ambientare il tutto nel periodo dell’inquisizione e per un momento ci ho anche pensato a dire la verità, ma poi ho optato per una soluzione più originale: una sorta di caccia alle streghe futuristica. La storia si svolge appunto in un futuro indefinito, in cui a seguito delle prove sull’esistenza della magia, gli uomini comuni hanno riaperto la caccia alle streghe e dichiarato guerra alla magia e ai suoi operanti. Anche il luogo è indefinito, questo perché i protagonisti della storia seguono un percorso, perseguono una metà, e ciò che infine scopriranno è che la destinazione è ovunque e da nessuna parte. Una metafora un po’ complessa se spiegata qui, ma che acquista senso se si legge la storia.

Per quanto riguarda i prossimi libri, onestamente non ho idea di dove vorrei ambientarli, su questo punto sono molto istintivo.


Ora è il turno di Daniele Viaroli e della sua intervista!

Dove è ambientato il tuo romanzo? Perché lo hai scelto?
Il romanzo è ambientato per lo più in una dimensione parallela chiamata Crocevia. Questo luogo, dominato dall’omonima metropoli, è un piano d’interscambio in cui tutti gli altri mondi s’incontrano per commerciare.
Mi piaceva l’idea d’ambientare una storia in un mondo in cui tutto è possibile, dove draghi e astronavi possono volare fianco a fianco, dove i maghi vendono pozioni agli alieni in cambio di fucili laser, dove un uomo può andare al mercato a comprare un sarcofago egizio in cui nascondere il cadavere della pettegola di paese. Il passaggio più complesso è stato far sì che quest’ambientazione senza senso avesse senso, fosse coerente e verosimile.

Da cosa è ispirata l’ambientazione?
L’idea generale è nata dal desiderio di poter passare da un genere letterario all’altro senza danneggiare coerenza e trama. L’utilizzo di dimensioni alternative era la soluzione ideale e, a quel punto, la creazione di un luogo che facesse da raccordo per tutto quanto è stata automatica.
Per quanto riguarda i dettagli, invece, l’ispirazione arriva da qualunque cosa. Avatar la leggenda di Aang, Ritorno al Futuro, Stardust, Harry Potter, Guerre Stellari, Il mago di Oz, Cowboy Bebop, Trigun, Blind Guardian, Lynyrd Skynyrd, Dragon Trainer e Braveheart per citarne alcuni, ma davvero gli spunti sono infiniti. Ad esempio, uno dei personaggi è nato letteralmente dal commento di un amico durante una cena un po’ sopra le righe.

Hai mai pensato di scriverlo in un altro tempo o luogo arrivando a cambiare genere al tuo romanzo? 
Adoro tutti i generi letterari quindi sono domande che mi pongo spesso. Credo che una bella storia possa essere efficace in qualsiasi contesto spazio-temporale finché la coerenza interna resta inalterata. Nello specifico la Fiamma Azzurra, cambiando dimensioni, ha il vantaggio di poter modificare coordinate spazio-temporali a piacimento, spingendomi a creare mille ambientazioni di tipo differente.

Riesci ad immaginare la tua storia nel passato?
Assolutamente sì. Ci vorrebbero alcune accortezze, ma sarebbe estremamente divertente rielaborare alcuni personaggi in chiave Roma Imperiale o Ciclo Bretone. Già me lo vedo Odin vestito da spartano, Benny diventare un lepracauno, Alfred mosso da una caldaia a vapore o Skald discorrere di poesia con Virgilio. Tra l’altro nulla vieta che, un domani in un ipotetico seguito, una cosa simile possa diventare realtà. Il bello di scrivere avventure ironiche con viaggi dimensionali è che tutto diventa possibile.

Riesci ad immaginare la tua storia nel futuro?
Anche in questo caso, la risposta è sì. Skald e Odin potrebbero tranquillamente vestire i panni di un Jedi e un Sith intrappolati in un eterno confronto, con Benny a tentare di propinare a entrambi perle di saggezza in stile Yoda solo per essere ignorato del tutto. Allo stesso modo ci vedrei Kalena e Jake a bordo di un’astronave dispersa nello spazio profondo nella speranza di difendere la terra dall’Impero Klingon. Ogni spazio-tempo ha il suo fascino e sarebbe un peccato porre dei limiti all’immaginazione.

Tre posti in cui vorresti ambientare i tuoi prossimi libri?
Una realtà distopica, ma molto vicina al reale. Magari una singola metropoli in cui, per un motivo o per l’altro, si concentrano tutti i problemi della nostra cara Italia. Mi piacerebbe ripercorrere la vita di una serie di persone comuni all’interno di una società simile. Sì, lo ammetto, ci sto già lavorando.
Un mondo simile al nostro all’epoca d’oro della pirateria. Vorrei ambientare le storie di diversi equipaggi all’interno di una realtà in cui le leggende stanno svanendo, dissolte dalle scoperte geografiche e tecnologiche. Il tutto, ovviamente, con rocamboleschi colpi di scena in puro stile piratesco.
Un luogo assurdo, dove l’ironia faccia da padrona, distanziandosi così tanto dalla realtà da rientrarci dalla porta di servizio. Devo confessare che, uno dei miei sogni, è riuscire a sfiorare l’arguta grandezza del Mondo Disco di Terry Pratchett. Impresa impossibile temo. Ho già cominciato a prendere appunti in merito, ma questa dimensione è ben lontana dall’essere pronta.


Ora è arrivato il momento importante della lettura, cominciamo con Dragon Tears!

Cosa ne pensate della copertina?

L’incontro avviene in cima alla collina al centro dell’isola. La vista è mozzafiato, l’intera isola si apre ai miei occhi come un’immensa distesa verde circondata dal blu del mare.

Ai nostri piedi sorge uno splendido prato verde, cosparso da una miriade di alberi di mele. Non capisco dove siamo, perfino il clima è diverso, non c’è più freddo, c’è caldo. Come se fossimo in estate, ma questo è impossibile.

Landwarrior è proprio come ci si aspetterebbe la terra degli ermigeni. È natura allo stato brado, un ambiente talmente ostile che inizio a pensare che il poter essere catturati dagli ermigeni sia l’ultimo dei nostri problemi.

Il sole è tramontato da parecchio e l’oscurità è talmente fitta che non riesco a vedere a più di un metro di distanza. L’aria è gelida e trasuda pericolo, cosparsa di suoni inquietanti che riecheggiano e rimbombano e pare che provengano da ogni dove.


E dopo l'assaggio del libro di Andrea passiamo a quello di Daniele... La Fiamma Azzurra!

E di questa che ne dite?

Jake galleggiò nel nulla, sospeso nello spazio e nel tempo. La luce azzurra, incurante delle paure, lo guidò in una corsa frenetica attraverso le ere, lasciando che istanti perduti di luoghi dimenticati lo avvolgessero. In quel limbo azzurro scorse cose precluse ai comuni mortali.

Vide un gigantesco drago eruttare ombre contro un lanciere solitario, determinato a resistere nonostante le ferite. Rotearono l’uno attorno all’altro, in una danza senza esclusione di colpi, poi svanirono nel nulla, sostituiti dall’immagine di un giovane sorridente che baciava una donna dall’aspetto demoniaco, entrambi avvolti da un uragano. Nemmeno quest’immagine durò, sostituita da una moto volante, in fuga tra i grattacieli di Marte, e dal caccia interstellare che la pedinava minaccioso. Dopo fu il turno di un inventore grassoccio che mutava in un gigantesco blocco di granito. Infine, in mezzo a quelle immagini fumose, vide una meravigliosa principessa, la più bella che Jake avesse mai visto. Il viso era perfetto, dolce e passionale, con lineamenti leggiadri e profondi occhi dorati. Si librava maestosa nel cielo autunnale, sostenuta da ampie ali, simili a quelle di un falco. Le piume erano del medesimo color fiamma dei capelli ricci.

Il panorama mutò dalle colline verdeggianti a una serie di aridi picchi. Appollaiato su un costone di roccia, e in parte scavato al suo interno, il castello imperiale dominava imperioso la vallata. Le guglie aguzze, le cupole dorate e i minareti scarlatti rilucevano sotto il sole, sovrastando giardini di smeraldo. Attraverso le mura vi erano solo due ingressi, costantemente sorvegliati. Il primo, raggiungibile da un immenso viadotto, si allacciava alla lunga strada che collegava il complesso a Crocevia. L’altro conduceva a una scalinata serpeggiante che scendeva nell’incavo tra due monti, fino a un’arena gigantesca. Il boato della folla, impegnata a gustare i giochi gladiatori, era tanto possente da raggiungere la Breccia dell’Impossibile, ancora lontana.

La piazza principale di Crocevia, alle pendici della Torre dello Strixos, era il punto nevralgico delle attività cittadine. Laggiù un gigantesco mercato allietava gli occhi di gente proveniente da ogni angolo del multiverso. In quella piazza si poteva trovare di tutto, sia in termini di merce che di acquirenti. Mercanti d’animali esotici dei mondi più selvaggi vendevano strani cuccioli ad annoiate nobildonne aliene, in cambio di tecnologie all’avanguardia. Feroci guerrieri delle montagne fissavano affascinati i fucili laser, mentre gli scienziati più arditi cercavano di mescolare tecniche di mondi differenti per creare oggetti incredibili, ottenendo, molto più spesso di quanto osassero ammettere, assurde cianfrusaglie. Maghi planari gironzolavano tra le bancarelle alla ricerca di componenti rare e fattucchiere senza paura si munivano di moderni jet-pack per sostituire le inaffidabili scope volanti. Tutto questo, come in ogni mercato all’aperto, attirava anche una fiumana d’accattoni e strani artisti di strada, disposti a tutto pur d’ottenere qualche moneta o un pezzo di pane.



Ed eccoci qui alla conclusione del nostro post.
Che ne dite di questi nostri due nuovi autori? Vi è piaciuta la lettura? Fateglielo sapere con un commento, e magari acquistando i loro libri.
Ora vi devo proprio salutare. Ciao e alla prossima!

*Enrico*


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