martedì 25 febbraio 2020

Luoghi da sogno & Ambienti romanzeschi - IL SOMMO INCANTATORE DI FRANCESCO ZAMBONI

Luoghi da sogno & Ambienti romanzeschi 

IL SOMMO INCANTATORE DI FRANCESCO ZAMBONI

Ciao a tutti e bentornati su Codex Ludus,
e bentornati alla consueta rubrica in collaborazione con Dark Zone.
Il post parte già con il botto..questa copertina è fantastica, i colori sono stupendi, quindi perchè non tenerlo in libreria assieme agli altri? I collezionisti e lettori di romanzi non potranno lasciarselo sfuggire.
Detto questo, partiamo subito con l'intervista all'autore Francesco Zamboni:


1.       Dove è ambientato il tuo romanzo? Perché lo hai scelto?
Il sommo incantatore – Il richiamo della vendetta si ambienta in un secondary world in un contesto high fantasy. Quasi tutto il romanzo si svolge a Nidlun, la città degli incantatori che sorge nel Nidlunor (il cui nome deriva dalla capitale), regione che insieme ad altre 4 (Lerathor, Ullyonor, Efkalor e Carsum) copre il territorio del Continente Centrale.
Il contesto di Nidlun è quello di una grande città suddivisa in distretti, in un mix tra architettura da borgo tardo-medievale (case e negozi riservati al popolo) e palazzi marmorei dagli alti pinnacoli (gli edifici riservati ai maestri incantatori).

2.       Da cosa è ispirata l’ambientazione?
Traggo ispirazione da ciò che leggo e gioco. Le fonti da cui attingo sono molte e spaziano dai libri ai fumetti/manga ai film e anime, passando per i videogames a matrice fantasy. Se vogliamo trovare nello specifico ciò che più ha influenzato l’ambientazione di questo primo libro, senza dubbio il videogame World of Warcraft è quello che mi ha ispirato di più.

3.       Hai mai pensato di scriverlo in un altro tempo o luogo arrivando a cambiare genere al tuo romanzo? (es. ambientazione fantastica, fantascientifica, immaginaria, in un mondo distopico, in quello attuale, ecc)
Non ci ho mai pensato. Ho nel cassetto qualche progetto a livello di distopico, ma nella mia testa le avventure di Joras si sono calate fin dal principio in un contesto high fantasy.


4.       Riesci ad immaginare la tua storia nel passato?
Riesco a immaginare di certo una storia che si sia svolta in precedenza rispetto ai fatti narrati. Per quanto riguarda invece Joras nello specifico, lui è fortemente radicato al suo periodo e ai suoi luoghi, ma se parliamo degli incantatori in generale, sarebbe interessantissimo scoprire cosa accadeva decenni o secoli prima del Sommo incantatore.


5.       Riesci ad immaginare la tua storia nel futuro?
In un certo senso l’ho già fatto. Il primissimo romanzo che ho scritto (mai pubblicato, ma mi sono ripromesso un giorno di farne una riscrittura) si svolge 40 anni dopo Il sommo incantatore in una regione adiacente al Nidlunor e lo stesso Joras (quasi sessantenne) fa un’apparizione di un capitolo.

6.       Tre posti in cui vorresti ambientare i tuoi prossimi libri?
Vorrei di certo portare avanti le vicende nel secondary world che ho creato, approfondendo le altre regioni del Continente Centrale, ma ho in cantiere anche un distopico in una città di Venezia isolata dalla terraferma dove qualcosa è andato veramente storto… e poi, perché no, mi piacerebbe molto ambientare un distopico anche a Verona, la città in cui vivo attualmente.


Penso che questa intervista, ci abbia fatto capire qualcosa in più del romanzo fantasy scritto dal mio concittadino Veronese, a quanto pare. Sicuramente piacerà a tutti gli amanti del genere e anche a molti videogiocatori o giocatori di gdr. Probabilmente piacerà anche a Enrico, il mio collega qui sul blog, anche lui giocatore di WOW!
Di certo vi convincerò tutti con gli estratti tratti direttamente dal romanzo!!

1.

Percorse a passo svelto viale dell’Alba, facendosi largo tra i mercanti e i bottegai che iniziavano a gremire la via. Pian piano, i bassi edifici in legno e pietra lasciarono spazio a quelli sempre più alti in marmo rosato. Mentre Joras avanzava, il sole giocava con i suoi occhi, sbucando a intermittenza da dietro i pinnacoli dorati delle case riservate agli incantatori. I cespugli di rose rosse nelle aiuole si fecero via via più alti e il loro profumo sempre più intenso. Inspirò a fondo l’aria pulita della città che amava. E che tutti amavano. Nidlun, la Città delle Rose. La città dove nulla era impossibile.





2.

Quando raggiunse il distretto incantato, Joras si fermò davanti al muro di alabastro, proprio di fronte alla volta con la barriera protettiva. Al di là, una piazza deserta dai contorni sfocati. Accelerò il flusso di energia e allungò la mano verso la barriera.

Il solito, piacevole formicolio gli avvolse le dita mentre queste attraversavano la protezione invisibile. Rimase fermo ancora qualche istante a gustarsi quella sensazione unica, poi fece un passo avanti e oltrepassò la barriera.

In un istante, quella che dall’esterno pareva un’enorme piazza vuota e silenziosa, lo accolse nel suo fragoroso viavai. Grappoli di vesti di ogni colore svolazzavano al vento, gruppetti di ragazzini correvano qua e là strillando. Gli apprendisti si esercitavano sotto lo sguardo attento dei maestri mentre gruppi di incantatori anziani gesticolavano tra loro. Di tanto in tanto, un crepitio annunciava il lancio di un incanto. Il profumo delle focacce dolci appena sfornate alla Taverna del Moro gli fece dimenticare di avere appena fatto colazione. Joras fece schioccare il collo. Piazza degli Incanti era così, nel bene e nel male.





3.

La facciata di Palazzo Cremisi si fece via via più incombente. Era arrivato.

Joras doveva ammetterlo, dopo sette anni di apprendistato non si era ancora abituato alla maestosità di quello scenario. Costruito con una rarissima varietà di alabastro viola, il palazzo svettava su tutto il resto della città. I suoi pinnacoli raggiungevano i trecento metri di altezza e le enormi vetrate sulla facciata brillavano al sole in un infinito susseguirsi di colori e luci.

Joras salì la scalinata e varcò il gigantesco portale di avorio. I suoi occhi si abituarono ben presto alla luce soffusa dell’androne, una luce calda e avvolgente. Abbozzò un sorriso. L’incanto di illuminazione perenne: lo avrebbe appreso anche lui prima o poi, una volta diventato un membro del Concilio. Nessun dubbio che quel giorno sarebbe arrivato, si trattava solo di scoprire quando.

Imboccò il corridoio centrale, dove la miriade di stelle impresse sulla volta prese a pulsare. Sylenio aveva detto che la nuova biblioteca si trovava al di là di un portoncino sulla destra, appena superato il salone del Vento. Già, il salone del Vento… Joras era riuscito a malapena a non imprecare quando aveva saputo che ci sarebbe dovuto passare.



Spero dopo gli estratti di avervi convinto all'acquisto di questo romanzo Dark Zone.
Io di certo uno ne ho convinto! 
Detto questo vi saluto,
Ciao ciao,
*Dana*



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