Luoghi da sogno & Ambienti romanzeschi
IL SOMMO INCANTATORE DI FRANCESCO ZAMBONI
Ciao a tutti e bentornati su Codex Ludus,
e bentornati alla consueta rubrica in collaborazione con Dark Zone.
Il post parte già con il botto..questa copertina è fantastica, i colori sono stupendi, quindi perchè non tenerlo in libreria assieme agli altri? I collezionisti e lettori di romanzi non potranno lasciarselo sfuggire.
Detto questo, partiamo subito con l'intervista all'autore Francesco Zamboni:
1.
Dove è ambientato il tuo romanzo? Perché lo hai scelto?
Il sommo incantatore – Il richiamo della vendetta si ambienta in un secondary world in
un contesto high fantasy. Quasi tutto il romanzo si svolge a Nidlun, la città
degli incantatori che sorge nel Nidlunor (il cui nome deriva dalla capitale),
regione che insieme ad altre 4 (Lerathor, Ullyonor, Efkalor e Carsum) copre il
territorio del Continente Centrale.
Il contesto di Nidlun è quello di una grande città suddivisa in
distretti, in un mix tra architettura da borgo tardo-medievale (case e negozi
riservati al popolo) e palazzi marmorei dagli alti pinnacoli (gli edifici
riservati ai maestri incantatori).
2.
Da cosa è ispirata l’ambientazione?
Traggo ispirazione da ciò che leggo e gioco. Le fonti da cui attingo sono
molte e spaziano dai libri ai fumetti/manga ai film e anime, passando per i
videogames a matrice fantasy. Se vogliamo trovare nello specifico ciò che più
ha influenzato l’ambientazione di questo primo libro, senza dubbio il videogame
World of Warcraft è quello che mi ha ispirato di più.
3.
Hai mai pensato di scriverlo in un altro tempo o luogo arrivando a
cambiare genere al tuo romanzo? (es. ambientazione fantastica,
fantascientifica, immaginaria, in un mondo distopico, in quello attuale, ecc)
Non ci ho mai pensato. Ho nel cassetto qualche progetto a livello di
distopico, ma nella mia testa le avventure di Joras si sono calate fin dal
principio in un contesto high fantasy.
4.
Riesci ad immaginare la tua storia nel passato?
Riesco a immaginare di certo una storia che si sia svolta in precedenza
rispetto ai fatti narrati. Per quanto riguarda invece Joras nello specifico,
lui è fortemente radicato al suo periodo e ai suoi luoghi, ma se parliamo degli
incantatori in generale, sarebbe interessantissimo scoprire cosa accadeva
decenni o secoli prima del Sommo incantatore.
5.
Riesci ad immaginare la tua storia nel futuro?
In un certo senso l’ho già fatto. Il primissimo romanzo che ho scritto
(mai pubblicato, ma mi sono ripromesso un giorno di farne una riscrittura) si
svolge 40 anni dopo Il sommo incantatore in una regione adiacente al
Nidlunor e lo stesso Joras (quasi sessantenne) fa un’apparizione di un
capitolo.
6.
Tre posti in cui vorresti ambientare i tuoi prossimi libri?
Vorrei di certo portare avanti le vicende nel secondary world che ho
creato, approfondendo le altre regioni del Continente Centrale, ma ho in
cantiere anche un distopico in una città di Venezia isolata dalla terraferma
dove qualcosa è andato veramente storto… e poi, perché no, mi piacerebbe molto
ambientare un distopico anche a Verona, la città in cui vivo attualmente.
Penso che questa intervista, ci abbia fatto capire qualcosa in più del romanzo fantasy scritto dal mio concittadino Veronese, a quanto pare. Sicuramente piacerà a tutti gli amanti del genere e anche a molti videogiocatori o giocatori di gdr. Probabilmente piacerà anche a Enrico, il mio collega qui sul blog, anche lui giocatore di WOW!
Di certo vi convincerò tutti con gli estratti tratti direttamente dal romanzo!!
1.
Percorse a passo svelto viale
dell’Alba, facendosi largo tra i mercanti e i bottegai che iniziavano a gremire
la via. Pian piano, i bassi edifici in legno e pietra lasciarono spazio a
quelli sempre più alti in marmo rosato. Mentre Joras avanzava, il sole giocava
con i suoi occhi, sbucando a intermittenza da dietro i pinnacoli dorati delle
case riservate agli incantatori. I cespugli di rose rosse nelle aiuole si
fecero via via più alti e il loro profumo sempre più intenso. Inspirò a fondo
l’aria pulita della città che amava. E che tutti
amavano. Nidlun, la Città delle Rose. La città dove nulla era impossibile.
2.
Quando raggiunse il distretto
incantato, Joras si fermò davanti al muro di alabastro, proprio di fronte alla
volta con la barriera protettiva. Al di là, una piazza deserta dai contorni
sfocati. Accelerò il flusso di energia e allungò la mano verso la barriera.
Il solito, piacevole formicolio gli
avvolse le dita mentre queste attraversavano la protezione invisibile. Rimase
fermo ancora qualche istante a gustarsi quella sensazione unica, poi fece un
passo avanti e oltrepassò la barriera.
In un istante, quella che
dall’esterno pareva un’enorme piazza vuota e silenziosa, lo accolse nel suo
fragoroso viavai. Grappoli di vesti di ogni colore svolazzavano al vento,
gruppetti di ragazzini correvano qua e là strillando. Gli apprendisti si
esercitavano sotto lo sguardo attento dei maestri mentre gruppi di incantatori
anziani gesticolavano tra loro. Di tanto in tanto, un crepitio annunciava il
lancio di un incanto. Il profumo delle focacce dolci appena sfornate alla Taverna del Moro gli fece dimenticare di
avere appena fatto colazione. Joras fece schioccare il collo. Piazza degli
Incanti era così, nel bene e nel male.
3.
La facciata di Palazzo Cremisi si
fece via via più incombente. Era arrivato.
Joras doveva ammetterlo, dopo sette
anni di apprendistato non si era ancora abituato alla maestosità di quello
scenario. Costruito con una rarissima varietà di alabastro viola, il palazzo
svettava su tutto il resto della città. I suoi pinnacoli raggiungevano i
trecento metri di altezza e le enormi vetrate sulla facciata brillavano al sole
in un infinito susseguirsi di colori e luci.
Joras salì la scalinata e varcò il
gigantesco portale di avorio. I suoi occhi si abituarono ben presto alla luce
soffusa dell’androne, una luce calda e avvolgente. Abbozzò un sorriso.
L’incanto di illuminazione perenne: lo avrebbe appreso anche lui prima o poi,
una volta diventato un membro del Concilio. Nessun dubbio che quel giorno sarebbe
arrivato, si trattava solo di scoprire quando.
Imboccò il corridoio centrale, dove
la miriade di stelle impresse sulla volta prese a pulsare. Sylenio aveva detto
che la nuova biblioteca si trovava al di là di un portoncino sulla destra,
appena superato il salone del Vento. Già, il salone del Vento… Joras era
riuscito a malapena a non imprecare quando aveva saputo che ci sarebbe dovuto
passare.
Spero dopo gli estratti di avervi convinto all'acquisto di questo romanzo Dark Zone.
Io di certo uno ne ho convinto!
Detto questo vi saluto,
Ciao ciao,
*Dana*
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