martedì 9 novembre 2021

Recensione Ponte di Anime

Recensione
Ponte di Anime


Ciao a tutti e bentornati su Codex Ludus. Oggi parliamo di Ponte di Anime di Victoria Schwab, terzo capitolo dell'opera che ha come protagonisti Cassidy e Jacob.

Prima di scrivere questo post mi sono chiesto come avrei dovuto farlo, del resto stiamo parlando di un "numero tre", un terzo libro. Per forza di cose se ne si vuole parlare liberamente potrebbero capitare degli spoiler su "Città di Spettri" e "Tunnel di Ossa". Certo, a meno che non sia del tutto necessario li eviterò, magari qualcuno ha aperto questa recensione per caso, ma andiamo, stiamo parlando di come è proseguita la storia, quindi la maggior parte di voi avrà letto i romanzi precedenti.

I genitori di Cassidy devono girare un altro episodio del loro programma, dopo Edimburgo e Parigi ora siamo a New Orleans. Lo schema è esattamente lo stesso dei due libri precedenti: si incontra la guida, la troupe di due persone (completamente ininfluenti a livello di trama), una minaccia da sconfiggere, che all'inizio sembra insormontabile, ma che grazie all'aiuto di Lara si riesce a battere.
Nel primo volume avevamo la Gazza, nel secondo il poltergeist, qui invece l'emissario della morte.
La struttura è semplice e scorrevole, anche se dopo tre volumi la trovo un po' troppo scarna e fatta con lo stampino, mi rendo conto che il target non sono le persone della mia età, ma un pubblico più giovane e meno esigente, ma deviare dal solito sentiero non è necessariamente un male e diciamolo: i ragazzini hanno un cervello per ragionare!
Capisco che una volta trovato una formula vincente sia "utile" metterla in pratica in più occasioni, però è davvero troppo basilare, complice anche il fatto che ho letto i romanzi quasi in maniera consecutiva, ma questo non giustifica la pigrizia di Victoria Schwab.
Di per sé il romanzo non è scritto male e, come ho detto poco fa, è scorrevole, quindi lo leggerete molto in fretta... questo è anche un lato positivo. Due facce della stessa medaglia, che nel primo volume me lo hanno fatto apprezzare, nel secondo ha cominciato a stancare e qui è diventato troppo.
Come una torta buonissima ma che alla decima fetta comincia a darvi la nausea.
La cosa che dispiace è che non è un brutto libro ma purtroppo è solo "una copia d'autore".

Poi trovo che il viaggio assurdo di Lara fino a New Orleans per incontrare la protagonista sia la cosa più stupida che abbia letto negli ultimi dieci anni. Ripeto: il target di pubblico non siamo noi adulti ma i preadolescenti/adolescenti, però come è possibile che una ragazzina di dodici anni riesca ad arrivare da Edimburgo a New Orleans in aereo? Da sola poi, il tutto per aiutare la protagonista che conosce da pochi giorni... e arriva nel cimitero giusto in cui si trova Cassidy, proprio quando sta combattendo con l'emissario, dopo che Victoria Schwab ha passato mezzo volume a dirci che New Orleans è pieno di cimiteri. Alla faccia del deus ex machina!
Sapete: questa soluzione ha un nome in latino perché esiste da migliaia di anni, e gli antichi ritenevano che fosse una soluzione mediocre, per uscire da situazioni complicate, create da autori incapaci. Ora, io non sono un antico romano, vivo duemila anni dopo, e se il deus ex machina faceva schifo allora, figuriamoci adesso.

Poi non è tutto male, ci sono delle soluzioni carine come l'aiuto da parte degli spettri nel Velo, che è un copia incolla del primo libro, perché già Lara veniva aiutata così nel primo volume. Bisogna gioire delle piccole cose! Questa idea Victoria Schwab non la ha riciclata nel secondo, ha aspettato fino al terzo per riproporla.

Voi cosa ne pensate? Vi è piaciuto? O anche voi siete saturi di questa serie? Fatecelo sapere con un commento qui sotto e sui nostri social.
Intanto io vi saluto. Ciao e alla prossima!

*Enrico*

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