lunedì 25 ottobre 2021

L’impero del Vampiro di Jay Kristoff - Recensione

Review party L’impero del Vampiro di Jay Kristoff


 

Ciao a tutti,

ho sentito parlare di Jay Kristoff in ogni dove, in ogni blog, da booktuber, da instagrammer, da persone più  o meno influencer, ma io non ho mai letto nulla dell’autore. Ho acquistato tempo fa Nevernight ma non lo ho mai nemmeno aperto (è nella pila della vergogna), quindi perché non cimentarsi, per iniziare, nel suo nuovo romanzo di settecento e passa pagine? Perché non acquistarlo addirittura in preorder solo per avere anche l’artbook? Perché sono un’accumulatrice compulsiva e dovevo averlo, leggerlo con l’assurda convinzione che siccome parla di vampiri allora mi piacerà sicuramente. E pensate un po’? Mi è piaciuto.

Voi che siete reduci da vampiri sbrilluccicosi? Dimenticateli. L’impero del vampiro è un dark fantasy nudo e crudo quanto lo stile di scrittura dell’autore. Questo libro non vuole essere la copia di tutti gli altri seppur attinga dalle basi classiche della mitologia che si cela dietro la figura del vampiro stesso.

Il romanzo è un vero e proprio racconto…”ma Dana che stai a dire?” … adesso vi spiego tutto!

Sono passati ventisette anni da quanto il cielo si è oscurato e sono comparsi i vampiri. Gli umani si nascondono terrorizzati dal potere del Re Sempiterno che comanda le schiere delle creature immortali.

L’ultimo baluardo dell’umanità, un mezz’uomo e mezzo vampiro, l’ultimo dei Santi D’argento si erge in difesa dell’umanità, Gabriel de Leòn, colui che ha ucciso il Re Sempiterno e attende in cella di avere la sua punizione, la morte eterna. Entra nella sua cella Jean-François, un vampiro, che si impone quale una specie di confessore ma che in realtà non vuole altro che sentire e trascrivere la sua storia, tutta la storia dal principio per i posteri. Una vera e propria intervista al vampiro, citazione voluta? Non si sa.

Inizia quindi, una storia nella storia che non si propone come filo conduttore per tutta l’arcata del libro ma viene interrotta da momenti e commenti dell’attuale o di altri flashback che si trovano temporalmente più avanti rispetto all’inizio della storia. Seppur sia complicato star dietro a questi salti, non rallenta la lettura ma neanche ti fa immergere profondamente nell’avventura. Proprio nel momento clou i due interlocutori di devono mettere a parlare e commentare perdendo il bel momento che si era creato. Il protagonista stesso da voce ai suoi ricordi partendo dalla sua adolescenza, al suo addestramento a Santa Michon, del suo amore proibito e poi nella sua ricerca del Santo Graal.

Il tutto viene descritto nei minimi dettagli, scusante del vampiro scrivano, quella di raccontare come se stesse leggendo un bambino che non sa nulla. Abbiamo quindi, una completa descrizione del worldbuilding che si avvicina ad un antico Medioevo governato dal Cristianesimo. La religione è un punto fondamentale della storia, infatti i Santi d’Argento potrebbero essere paragonati ai Crociati. Anche il convento di Santa Michon e la storia del loro Dio è accostabile alla storia di Gesù e alla chiesa cristiana. E per finire vi è un grosso riferimento alla chiesa corrotta e ai suoi principi malsani.

Vengono descritte poi, le regole con la quale esistono e muoiono questi vampiri, la loro classificazione in base alla famiglia di provenienza e i poteri ad essi associati che poi vengono tramandati anche ai mezz’uomini combattenti. Sono contenta che almeno per una volta leggo un libro che non si smentisce mai: mai cose in sospeso, mai regole infrante o giri vorticosi con il quale il protagonista diventa quello che invece può farcela. Nulla di tutto ciò, il protagonista è, e rimane un reietto della società, un guerriero sì ma che si è fatto e forgiato con la sua sola forza e intraprendenza. Non un eroe, non un nobile altolocato. Un personaggio grezzo, senza mezzi termini e piuttosto sboccato. Un personaggio con la P maiuscola.

Andiamo ora ai contro di questa storia. Come dicevo non è un libro che consiglio a tutti, ma solo agli amanti del genere, a quelli che vogliono leggere qualcosa di diverso e che non si fanno intimorire dalla mole eccessiva di pagine. Come vi dicevo è un Dark Fantasy ricco di violenza e molto cruento quindi non adatto ad un pubblico sensibile, ma se ad esempio avete letto Game of Thrones allora potete leggere anche L’impero del Vampiro.

Un altro contro è poi il continuo salto tra prima e terza persona che contribuisce a rallentare la lettura, come anche la storia raccontata tra virgolette senza nessun distacco dalla conversazione “attuale”. Forse si poteva contrassegnare con un tipo di carattere diverso, magari corsivo, in modo da rendere più intuibile la differenza. Di certo è molto più fruibile la lettura su Kindle o Kobo, ma vi perderete la bellezza delle splendide illustrazioni all’interno che praticamente sono le stesse dell’artbook ma in bianco e nero. Abbiamo poi anche la sovraccoperta doubleface molto originale.

Numerose sono le tematiche trattate dall’abuso, la violenza, il tradimento, il peccato, l’amore e persino il dubbio verso la propria fede. Se Dio è buono e misericordioso perché permette tutto questo? Perché permette l’esistenza dei vampiri?

Ho impiegato molto tempo a leggere questo romanzo e mi è piaciuto, non tanto quanto mi sarei aspettata, forse a causa dell’eccessivo hype che si era creato con l’uscita in contemporanea.

Voi cosa pensate di questo romanzo? Lo avete letto? Sono proprio curiosa di scoprire altri pareri, sia positivi, sia negativi.

Ciao ciao,

*Dana* 


 

 

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